Reggio

Domenica 24 Novembre 2024

Reggio, viaggio nella baraccopoli di Ciccarello dove è impossibile vivere FOTO | VIDEO

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Rione Ciccarello, periferia Sud di Reggio Calabria. Un lembo di città contrassegnato da degrado e da fenomeni di delinquenza. Un'area in cui, ancora oggi, vige l'assoluta anarchia con cumuli di spazzatura che giacciono ovunque. L'aria è irrespirabile, le aree adiacenti alle case popolari, la via Ciccarello e le stradine interne sono colme di rifiuti. Una situazione insostenibile, un'area troppo spesso dimenticata dalle istituzioni. Lo sanno bene le nove famiglie che ancora abitano nell'ex Polveriera. Una vasta area di 11 ettari interessata da vari interventi di bonifica succedutesi nel corso degli anni, ultimo dei quali nello scorso mese di luglio. Per la Prefettura ed il Comune la pratica è stata archiviata, ma ci sono ancora donne, uomini, anziani e bambini costretti a vivere in condizioni disumane, all'interno di veri e propri tuguri con la fogna a cielo aperto, le lastre di eternit, il degrado e la spazzatura lasciati a giacere lì da anni senza che nessuno intervenga (si veda il caso dell'ex Selleria, che fa parte del complesso degli edifici militari dell'ex Polveriera, in cui sono ammassati rifiuti di ogni genere).

Il racconto di un giovane nato e cresciuto a Ciccarello: "Non si può continuare a vivere in queste condizioni"

Alessandro Berlingeri è un giovane di 27 anni che, nonostante ora viva fuori regione per motivi di lavoro, è sempre accanto alla mamma Maria ed alla sorella. Costretti a vivere in una situazione di estremo disagio economico, abitativo e sociale: "Con l'arrivo delle prime piogge nella mia abitazione ci siamo ritrovati con infiltrazioni d'acqua dai tetti e dai muri, poiché le lamiere essendo deteriorate dal tempo non garantiscono un efficace copertura dagli effetti della pioggia. È inutile dirlo che tutti noi siamo provati, esausti e rassegnati dal disagio col quale dobbiamo convivere che comporta anche e soprattutto ripercussioni sulla nostra salute psico-fisica. Inoltre - sottolinea ancora Alessandro - in questi giorni da mia richiesta agli organi preposti dell'Asp e con seguito di sopralluogo da quest'ultimi ho ottenuto anche la certificazione attestante ciò che ho detto ossia precarie condizioni igienico-sanitarie e strutturali della baracca in cui vivo, leggendo nello stesso l'inagibilità e sovraffollamento della stessa, come me altri 9 nuclei familiari patiscono l'estremo disagio che ci accomuna. Per tali motivi chiedo immediata risolutezza della problematica con l'intervento delle figure in ambito competenti per dare noi una soluzione adeguata alloggiativa poiché vivere così in uno  stato di emarginazione e precarietà ad oggi non è più concepibile e sostenibile in un ambiente malsano circondati da liquami fognari e degrado in condizioni disumane da terzo o addirittura quarto mondo". "La Prefettura pensa che il problema dell'ex Polveriera sia stato risolto perchè il Comune aveva annunciato di aver liberato l'area, ma invece è stata liberata solamente una parte tant'è e vero che siamo ancora qui che aspettiamo risposte sia da parte del prefetto, totalmente assente, sia da parte del Comune. Siamo abbandonati".

Giacomo Marino, Associazione "Un Mondo di Mondi": "Subito un tavolo tecnico per risolvere il problema"

"E' una situazione di emergenza segnalata più volte alle istituzioni. Ultimamente abbiamo sollecitato il prefetto Mariani per costituire un tavolo tecnico sulle emergenze così come indicato anche dal ministro dell'Interno Lamorgese sul tema dell'emergenza abitativa. Il progetto dell'ex Polveriera - ha ricordato Marino - parte con un protocollo d'intesa sottoscritto dal Comune, dalla Prefettura, dal Tribunale di Reggio e dall'Agenzia per i Beni Confiscati. Un progetto partito nel 2018 che ha portato alla sistemazione di più del 50% delle famiglie, ma ricordiamoci che l'ultimo intervento di sgombero del mese di luglio è avvenuto solamente su sollecitazione del comando militare e non per iniziativa del Comune per concludere l'operazione avviata tre anni fa. E' una situazione inspiegabile perchè un comune inizia un'operazione storica su un ghetto che risale agli anni sessanta e la interrompe nello stesso anno. Il problema è che il settore degli alloggi popolari non funziona a Reggio per una scelta politica: negli ultimi mesi sono cambiati tre dirigenti, c'è pochissimo personale. Qui c'è una situazione di gravissima emergenza, le nove famiglie che sono ancora qui sono in condizioni disumane, non possiamo parlare neanche di abitazioni e di diritto alla casa. Questa è veramente una situazione che va attenzionata tra le più gravi emergenze presenti a Reggio e ancora una volta lanciamo l'appello al prefetto per costituire questo tavolo e all'interno di esso metta massima attenzione alla conclusione di questa operazione iniziata tre anni fa e che deve concludersi soprattutto per la vita di queste persone e poi anche per il progetto generale dell'ex Polveriera, un polmone verde importante da restituire alla fruizione della città".  

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