«Nulla importa che l’ex sindaco di Riace sia stato trovato senza un euro in tasca – come orgogliosamente egli stesso si è vantato di sostenere a più riprese», lo ha scritto il presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, nelle motivazioni della condanna di Mimmo Lucano a 13 anni e 2 mesi nel processo "Xenia" sui presunti illeciti nella gestione dei migranti.
«Se ci si fermasse a valutare questa condizione di mera apparenza, si rischierebbe di premiare la sua furbizia, travestita da falsa innocenza - ha continuato - ignorando però l’esistenza di un quadro probatorio di elevata conducenza, che ha restituito al Collegio un’immagine ben diversa da quella che egli ha cercato di accreditare all’esterno».
«Lucano, da dominus indiscusso del sodalizio, ha strumentalizzato il sistema dell’accoglienza a beneficio della sua immagine politica». E’ scritto ancora nelle motivazioni della condanna. Un’organizzazione «tutt'altro che rudimentale, che rispettava regole precise a cui tutti si
assoggettavano, permeata dal ruolo centrale, trainante e carismatico di Lucano il quale consentiva ai partecipi da lui prescelti di entrare nel cerchio rassicurante della sua protezione associativa, per poter conseguire illeciti profitti, attraverso i sofisticati meccanismi, collaudati negli anni e che ciascuno eseguiva fornendogli in cambio sostegno elettorale».
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