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Platì, così i bunker delle ’ndrine diventeranno un “museo” FOTO

La città vuole voltare pagina: da roccaforte delle cosche a simbolo di legalità

“Da cunicoli furtivi a centro espositivo sotterraneo – Produrre cultura e bonificare il paese” è l’intestazione della scheda-progetto di Contratto istituzionale di sviluppo presentato dal Comune di Platì. L’iniziativa progettuale proposta, che prevede una richiesta di ricorse di 2 milioni e 200mila euro con ricadute importanti sull’occupazione locale in un cronoprogramma fino al 2023, si inserisce in un contesto di riqualificazione urbana e diversa destinazione polifunzionale-culturale che parte dalla considerazione di come negli ultimi 20 anni, a partire dal novembre 2003, sono stati evidenziati nel sottosuolo di Platì parecchi “bunker-rifugi” e preesistenti vie di collegamento sotterranee che, per come suggeriscono le indagini della Procura distrettuale antimafia di Reggio, sono serviti alla ’ndrangheta per nascondere latitanti, detenere ostaggi, creare depositi e per itinerari furtivi utilizzati per summit e incontri criminali. La Platì sotterranea è stata in molteplici occasioni oggetto di documentari, tra l’altro accompagnati da una pubblicità negativa che spesso ha distorto la realtà, con la conseguenza che si è generalizzato contro l’intera popolazione platiese.

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