Reggio

Lunedì 23 Dicembre 2024

Gioia Tauro, individuato un migrante a bordo di un nave ormeggiata al porto. Nascosto in una fessura

 
 
 
 
 

Le braccia tese dei marinai della Guardia Costiera e dei sanitari del 118 rivolte verso un uomo stremato, nel tentativo di aiutarlo ad uscire dalla piccola fessura in cui si era nascosto per raggiungere l’Europa con la speranza di una vita migliore: è il toccante fermo immagine che resterà a lungo il simbolo della Vigilia di Natale appena trascorsa nel capoluogo pianigiano, “terra promessa” di un clandestino individuato a bordo della nave Ro-ro cargo ship “Jolly Express”, ormeggiata sulla banchina nord del porto gioiese dopo aver fatto due volte spola negli ultimi dieci giorni con la Tunisia. A lanciare l’allarme è stato il personale della security di “Automar” (ex ATGT), il terminalista che si occupa della movimentazione delle autovetture. È quindi scattata subito l’attivazione dei protocolli previsti in queste specifiche situazioni, tra l’altro periodicamente e anche di recente testati attraverso delle complesse esercitazioni. Sul posto, grazie all’attività espletata dai rimorchiatori che hanno fatto giungere un mezzo sottobordo, facilitando così le operazioni di recupero, sono immediatamente giunti gli equipaggi della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro e del 118 che, in attesa dell’espletamento delle formalità di rito, hanno provveduto a prestare le prime cure all’uomo, un migrante sui 30 anni di probabile nazionalità eritrea. Il giovane, visibilmente debilitato e tremolante sulle gambe sottilissime, tanto da non riuscire neanche a deambulare bene, nell’immediatezza è stato fatto sdraiare sul ponte del rimorchiatore e, una volta coperto con un pesante plaid, gli è stato applicato un laccio emostatico da parte dei sanitari che hanno provveduto ad effettuare i primi accertamenti clinici. Contemporaneamente, a terra, il perimetro della zona è stato passato al setaccio dagli uomini della Gioia Tauro Port Security che, coordinati dal Pfso dell’Autorità di sistema Luigi Errante, hanno vigilato secondo le procedure previste, anche se, fin dalle prime battute, è apparso che l’uomo, viste le sue precarie condizioni di salute, non sarebbe stato in grado di uscire autonomamente all’esterno dell’area delimitata.

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