Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

'Ndrangheta Calabria-Lazio: 77 arresti. Decapitate la cosca Alvaro e la cellula di Roma. TUTTI E 77 I NOMI

Antonino Gioffrè
 
 

Sono in tutto 77 gli arresti nell’ambito dell’operazione «Propaggine» che ha portato Dia e Carabinieri a colpire la cosca di 'ndrangheta Alvaro che aveva collegamenti a Roma. La Dia della capitale, su mandato della locale Dda, ha eseguito 43 arresti, mentre altri 34 (29 in carcere e altri 5 ai domiciliari) sono stati eseguiti dai carabinieri di Reggio Calabria su disposizione della Dda della città calabrese. Fra gli arrestati, per voto di scambio, il sindaco di Cosoleto (RC).

Un'indagine partita nel 2016

L’attività investigativa è stata avviata nel 2016 dalla Direzione Investigativa Antimafia - Centro Operativo di Roma, con il coordinamento della Dda della Procura di Roma. Successivamente, a seguito degli sviluppi investigativi e dei numerosi punti di contatto emersi con soggetti calabresi operanti a Sinopoli, Cosoleto e territori limitrofi, parte degli atti sono stati trasmessi per competenza e le indagini sono proseguite con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Le risultanze investigative, secondo gli inquirenti, hanno fornito gravi indizi circa l’esistenza, nell’ambito della 'ndrangheta di una «locale» operante nel territorio di Sinopoli, peraltro già emerso nel corso di precedenti operazioni giudiziarie, dove è radicata la famiglia mafiosa degli Alvaro, cui è legata la famiglia Penna.

La cosca di Sinopoli tra Cosoleto e la Capitale

Ci sono tutti i presunti esponenti di vertice della cosca Alvaro di Sinopoli tra gli arrestati del filone reggino. In carcere sono finiti Carmelo Alvaro, detto «Bin Laden», Carmine Alvaro, detto «u cuvertuni», ritenuto il capo locale di Sinopoli, e i capi locale di Cosoleto Francesco Alvaro detto "ciccio testazza", Antonio Alvaro detto «u massaru», Nicola Alvaro detto «u beccausu» e Domenico Carzo detto «scarpacotta». Dalle indagini condotte dalla Dia reggina, infatti, è emerso che la cosca, oltre ad essere operativa nel territorio di Sinopoli, dominava anche il centro urbano di Cosoleto, paese aspromontano, ove insiste un locale di 'ndrangheta autonomo ma funzionalmente dipendente da quello di Sinopoli. Le indagini svolte avrebbero consentito di appurare come i sodali della cosca Alvaro avessero dato vita, nel territorio della capitale, ad un’articolazione (denominata locale di Roma), che rappresenta un distaccamento autonomo, del sodalizio radicato a Sinopoli e Cosoleto.

Lo "scambio politico elettorale" Carzo-Gioffrè

Gli interessi della cosca Alvaro-Penna, infatti, secondo la Dia, si sarebbero estesi all’amministrazione locale. Dalle indagini è emerso un forte interesse dei sodali per la competizione elettorale del Comune di Cosoleto del 2018. In particolare Antonio Carzo, ritenuto capo del locale romano, è accusato con il sindaco Gioffré di scambio politico-elettorale. Oltre a questo reato, gli indagati rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, favoreggiamento commesso al fine di agevolare l’attività del sodalizio mafioso e detenzione e vendita di armi comuni da sparo ed armi da guerra aggravate.

FILONE CALABRESE

I nomi dei 29 arrestati in carcere

ALVARO Carmelo inteso “Bin Laden”, nato a Sinopoli (RC) il 02.01.1960 ALVARO Carmine inteso “U Cuvertuni”, nato a Sinopoli (RC) il 16.06.1953 ALVARO Domenico inteso “Micu u Merru”, nato a Sinopoli (RC) il 27.05.1976 ALVARO Domenico, nato a Cinquefrondi (RC) il 14.09.1988 ALVARO Francesco inteso “Ciccio Testazza”, nato a Taurianova (RC) 03.06.1957 ALVARO Giuseppe inteso “Stelio”, nato a Sinopoli (RC) il 08.09.1969 ASCRIZZI Alfredo, nato a Polistena (RC) 17.01.1998 ASCRIZZI Ferdinando inteso “Nando”, nato a Catanzaro 10.12.1972 CARMELITANO Francesco, nato a Taurianova (RC) 10.11.1966 CARZO Antonio inteso “Ntoni Scarpacotta”, nato a Sinopoli (RC) il 20.03.1960 CARZO Domenico inteso “Scarpacotta”, nato a Scido (RC) il 13.02.1941 CASELLA Vincenzo, nato a Cinquefrondi (RC) 01.04.1988 DURANTE Palermino Giuseppe inteso “Peppe u Palerminu”, nato a Cinquefrondi (RC) 20.05.1984 LICASTRO Angelo inteso “Micu u Biondo”, nato a Taurianova (RC) il 03.04.1973 LUPPINO Francesco inteso “Ciccio Mazza”, nato a Cosoleto (RC) 10.08.1948 MODAFFERI Giuseppe, nato a Taurianova (RC) 26.09.1986 MODAFFERI Raffaele, nato a Cosoleto (RC) il 16.01.1964 PENNA Antonino, nato a Sinopoli (RC) il 21.05.1985 PENNA Carmela, nata a Palmi (RC) il 06.10.1983 PENNA Carmine inteso “Zanchi”, nato a Sinopoli il 22.11.1979 PENNA Giovanni, nato a Reggio Calabria il 23.08.1997 RECHICHI Angelo, nato a Gioia Tauro (RC) 05.02.1978 RECHICHI Antonino, nato a Cosoleto (RC) 19.11.1961 RECHICHI Giovanni, nato a Polistena (RC) 06.08.1997 SURACE Domenico inteso “Pulentuni”, nato a Cosoleto (RC) 14.11.1950 VERSACE Antonio inteso “Ntoni u Brizzi”, nato a Cosoleto (RC) 29.10.1968 VERSACE Carmelo “Melo u Jack”, nato a San Procopio (RC) 03.10.1960 VERSACE Francesco inteso “Ciccio Jack”, nato a Cinquefrondi (RC) 14.04.1984 VERSACE Giuseppe inteso “Peppe Jack”, nato a Cinquefrondi (RC) 10.06.1989

I 5 agli arresti domiciliari

ALESSI Salvatore, nato a Polistena (RC) il 03.05.1995 ALVARO Antonio inteso “Massaru ‘Ntoni”, nato a Sinopoli (RC) il 01.01.1937 GIOFFRE’ Antonino, nato a Taurianova (RC) il 24.06.1975 PANUCCIO Eugenio inteso “Genio”, nato a Oppido Mamertina (RC) il 04.08.1973 RUSTICO Maurizio, nato a Cinquefrondi (RC) il 22.11.1980

FILONE ROMANO

I nomi dei 38 arresti in carcere

1. ALVARO Palmira, nata a Melito Porto Salvo il 05.07.1993 2. ALVARO Vincenzo, nato a Cosoleto (RC) il 30.07.1964 3. BARRESI Rocco, nato a Rizziconi (RC) il 16.07.1967 4. BARRESI Teodoro Gabriele, nato a Cinquefrondi (RC) il 24.01.1991 5. CALÒ Francesco, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 05.07.1980 6. CARZO Antonio, nato a Sinopoli (RC) il 20.03.1960 7. CARZO Domenico, nato a Cinquefrondi (RC) il 08.06.1985 8. CARZO Vincenzo, nato a Cinquefrondi (RC) il 19.12.1991 9. CAZACU Maria Evelina, nata a Iasi (Romania) il 31.12.1994 10. CINGONE Marlene, nata a Roma il 22.03.1980 11. CONDINA Francesco, nato a Palmi (RC) il 08/03/1981 12. CORDIANO Sebastiano, nato a Taurianova (RC) il 23.10.1977 13. DELFINO Antonino, nato a Reggio Calabria il 30.10.1974 14. ESPOSITO Domenica, nata a Sinopoli (RC) il 25.03.1976 15. GIAMPAOLO Sebastiano, nato a Locri (RC) il 26.07.1986 16. GRECO Francesco, nato a Sinopoli (RC) il 23.07.1979 17. MENGARELLI DENARO Eugenio, nato a Roma il 24.04.1981 18. MONTELEONE Luigi, nato a Giffone (RC) il 12.01.1952 19. PALAMARA Antonio, nato a Sinopoli (RC) il 07.09.1967 20. PALAMARA Bruno, nato a Reggio Calabria il 05.03.1989 21. PALAMARA Giovanni, nato a Sinopoli (RC) il 29.08.1973 22. PENNA Giuseppe, nato a Sinopoli (RC) il 30.05.1974 23. PITASI Giovanni, nato a Locri (RC) il 28.05.1977 24. POMPONIO Marco, nato a Roma il 10.10.1979 25. ROMEO Sebastiano, nato a Siderno (RC) il 22.10.1976 26. SALVADORE Giuseppe, nato a Port Chester (USA) il 16.04.1977 27. SANTUCCI Paolo, nato a Roma il 15.01.1963 28. SCARCELLA Giovanni, nato a Oppido Mamertina (RC) il 23.01.1966 29. SILVESTRI Frantz, nato a Verbicaro (CS) il 09.05.1962 30. SIMARI Simone, nato a Cinquefrondi (RC) il 24.10.1983 31. SORGONA’ Sebastiano, nato a Reggio Calabria il 02.05.1987 32. TRIMARCHI Giuseppe, nato a Taurianova (RC) il 25/11/1971 33. VALENTE Pasquale, nato a Vibo Valentia (CZ) il 14.02.1971 34. VALENZISE Maurizio, nato a Reggio Calabria il 02.02.1974 35. VECCIA Giancarlo, nato a Pozzuoli (NA) il 26.08.1962 36. VERSACE Domenico, nato a Sinopoli (RC) il 01.01.1970 37. VERSACE Giulio, nato a Sinopoli (RC) il 19.06.1975 38. VITALONE Pasquale, nato a Sinopoli (RC) il 13.01.1976

I nomi dei cinque arrestati ai domiciliari

1. ALMAVIVA Gianluca, nato a Roma il 03.05.1979 2. CRISAFULLI Francesca, nata a Rizziconi (RC) il 01.10.1970 3. MARSILI Fabio, nato a Roma il 17.09.1966 4. PALAMARA Grazia, nata a Sinopoli (RC) il 02.07.1969 5. VITELLI Andrea, nato a Roma il 27.05.1978

La gestione delle attività economiche

La 'ndrangheta della capitale acquisiva la gestione o il controllo di attività economiche nei più svariati settori (da quello ittico, alla panificazione, della pasticceria, al ritiro delle pelli e degli olii esausti), facendo poi sistematicamente ricorso a intestazioni fittizie al fine di schermare la reale titolarità delle attività. Sono tuttora in corso perquisizioni e sequestri nonché l’esecuzione di misure cautelari disposte dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, in coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

La "propaggine" romana autorizzata dai vertici calabresi

Secondo gli inquirenti è emersa «un’immagine nitida dell’esistenza di una propaggine romana» oggetto di indagine da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, connotata da un’ampia autonomia nella gestione delle attività illecite, pur nella permanenza di uno stretto legame con la casa madre sinopolese, interpellata per la soluzione di situazioni di frizione tra i sodali romani o per l’adozione di decisioni concernenti l’assetto della gerarchia criminosa della capitale. La stessa costituzione del distaccamento romano sarebbe stata autorizzata dai massimi vertici della 'ndrangheta, operanti in Calabria.

Il legame tra "casa madre" e articolazioni

Il legame tra la "casa madre" sinopolese - sottolineano gli inquirenti - e la propaggine romana è stato sempre attivo e gestito con estrema cautela: le indagini hanno svelato che, secondo una strategia ben specifica, i due capi del locale di 'ndrangheta romani limitavano al minimo gli incontri di persona con i vertici calabresi, facendoli coincidere con eventi particolari, quali matrimoni o funerali, in occasione dei quali si sarebbero svolti incontri fugaci ma risolutivi; nei casi di estrema urgenza, poi, gli incontri sono stati concordati mediante l’intermediazione di "messaggeri". Alcuni dei destinatari della misura sono stati già condannati per l’appartenenza alla cosca Alvaro con sentenze passate in giudicato. Sono state eseguite perquisizioni nelle abitazioni degli indagati per l’acquisizione del materiale di rilievo probatorio. Nel corso dell’attività di indagine, svolta dalla Direzione Investigativa Antimafia con il supporto della rete @ON finanziata dall’Unione Europea, è stato avviato un coordinamento investigativo fra le due Dda interessate.

Una diarchia al comando della 'ndrina romana

Era guidata da una diarchia la "ndrina locale" che operava a Roma da alcuni anni dopo avere ottenuto il "via libera" dalla casa madre in Calabria. Questo quanto emerge dall’indagine della Dia e della Dda della Capitale, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, che ha portato alla emissione di 43 misure cautelari. A capo della struttura criminale c'erano Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro (in passato assolto per prescrizione nell'operazione Cafè de Paris), entrambi appartenenti a storiche famiglie di 'ndrangheta originarie di Cosoleto. Le indagini hanno evidenziato come fino al settembre del 2015 non esistesse una "locale" operante a Roma, anche se sul territorio cittadino c'erano numerosi soggetti appartenenti a famiglie e dediti ad attività illecite.

Le "tradizioni" calabresi esportate a Roma

Nell’estate del 2015 Carzo avrebbe ricevuto dall’organo collegiale posto al vertice dell’organizzazione unitaria (la Provincia e Crimine) l’autorizzazione per costituire un struttura locale che operava nel cuore di Roma secondo le tradizioni di 'ndrangheta: riti, linguaggi, tipologia di reati tipici della terra d’origine. Il gruppo operava su tutto il territorio romano con una gestione degli investimenti nel settore della ristorazione (locali, bar, ristoranti e supermercati) e nell’attività di riciclaggio di ingenti somme di denaro. Nei confronti degli indagati si contesta, tra gli altri, l’associazione mafiosa, cessione e detenzione di droga, estorsione e fittizia intestazione di beni.

leggi l'articolo completo