Reggio, così una banda internazionale truffava anziani nella Locride e a Milazzo: 16 arresti
Un’associazione a delinquere finalizzata al compimento di una pluralità di gravi reati come la circonvenzione di persone incapaci, estorsione, ricettazione e riciclaggio dei proventi illeciti è stata sgominata dai carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e dall’Europol che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della Procura di Locri, nei confronti di 16 persone. Per dieci è stato disposto il carcere mentre 6 sono stati posti ai domiciliari.
Il video dell'operazione
Il blitz è scattato in Italia, Romania, Olanda e Germania
In provincia di Reggio Calabria sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare. Le forze di polizie dei rispettivi Paesi hanno eseguito 13 mandati di arresto europeo emessi dal gip di Locri. Il vertice dell’organizzazione si trova in Romania con basi operative in Calabria e, in particolare, nei territori di Reggio e dei Comuni di Bianco, Melito di Porto Salvo, Siderno, Rosarno, Bovalino. L’organizzazione aveva un’articolazione anche in Sicilia, nel Comune di Milazzo.
La dichiarazione del maresciallo di San Luca, Michele Fiorentino
Le vittime erano anziani tra i 70 e i 90 anni
Che spesso versavano in condizione di solitudine. Anziani che venivano indotti o costretti, con raggiri o minacce, alla dazione di cospicue somme di denaro. Soldi che venivano consegnati a giovani donne, che provvedevano poi a rimetterle ai vertici dell’organizzazione delinquenziale.
Sono circa una quindicina le vittime accertate nell’arco temporale. Dalle indagini è emerso che non c'era solo la circonvenzione di anziani come metodo per raggirarli e costringerli a consegnare denaro alle donne romene. Il "modus operandi" dell’organizzazione di natura transfrontaliera prevedeva anche le minacce che, in alcuni casi, si trasformavano in vere e proprie estorsioni allorquando la vittima, accortasi della spirale nella quale era incappata, decideva di non elargire nuove somme, per poi essere ricattata dietro l’intimidazione di rivelare la relazione clandestina ai familiari o all’eventuale coniuge nel caso in cui fossero cessati i versamenti.
Ad una vittima dose quasi letale di valium
A conferma della spregiudicatezza dei componenti dell’organizzazione c'è un episodio consumato nel dicembre 2018 quando i carabinieri della stazione di San Luca hanno sottoposto a fermo due donne, successivamente condannate e tutt'ora ristrette in carcere. Avevano rapinato l’abitazione di un settantasettenne precedentemente circuito, non prima di avergli somministrato una dose quasi letale di valium, causando all’uomo, nei giorni successivi all’evento, ben due infarti.
In altre due occasioni, nel dicembre 2018 e nell’aprile 2021, i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato due donne nel momento in cui queste riscuotevano i soldi oggetto di richiesta estorsiva conseguente alla ribellione da parte delle proprie vittime, le quali si vedevano costrette a pagare nuove somme affinché non venisse rivelata ai familiari la relazione.
Nell’ottobre 2018, invece, a Grotteria in provincia di Reggio Calabria un uomo di quasi 90 anni è stato condotto in un’abitazione privata in uso alla propria adescatrice, dando così il tempo ai complici della donna di sottrargli il portafoglio dall’autovettura. Gli indagati facevano rientro periodicamente in Romania per ridefinire le strategie operative e spartirsi i proventi delle condotte illecite.
L'operazione "Transilvania"
L’operazione, denominata «Transilvania», è nata da un’attività d’indagine avviata nel 2018 dopo la denuncia sporta da un anziano originario di un paese della Locride. Ai carabinieri aveva segnalato di essere stato circuito da una giovane donna di nazionalità romena la quale, fingendosi innamorata di lui, lo aveva indotto, nell’arco di un anno, a consegnarle, attraverso dazioni dirette di danaro contante e versamenti tramite «Money Transfer» all’estero, la somma complessiva di 20mila euro.
Una truffa da un milione
Secondo gli investigatori, i proventi illeciti raccolti dagli indagati sarebbero circa un milione di euro, di cui 179mila euro sarebbero stati tracciati, mediante il trasferimento in Romania. Una volta estorto il denaro agli anziani, infatti, gli indagati lo inviavano attraverso «Money transfer». Le complesse indagini dei carabinieri e dell’Europol sono consistite in accertamenti di natura finanziaria, intercettazioni telefoniche, videoriprese, audizione delle persone offese e di altre informate sui fatti.
I dettagli saranno resi noti durante una conferenza stampa in programma alle 10,30 al Comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria ed a cui parteciperanno il comandante provinciale col. Marco Guerrini e personale dell’Ufficio Europeo di Polizia.
59 indagati, ognuno col proprio ruolo
Sono 59, complessivamente, gli indagati Ogni indagato aveva un compito ben definito all’interno della rete i cui vertici erano due coniugi originari della Romania. L’associazione si sarebbe avvalsa di giovani donne che, appositamente addestrate ed agendo singolarmente, dopo aver selezionato con attenzione le proprie potenziali vittime, attraverso modalità di circonvenzione ricorrenti, inducevano questi al versamento di cospicue e continue somme di danaro, fino a mille euro per singola transazione, che venivano ceduti dalla vittima direttamente nella mani della truffatrice, oppure bonificati ai vertici della banda in Romania. L’approccio consisteva solitamente con la scusa di vendere oggettistica di esiguo valore come accendini e fazzoletti. Da lì seguiva la fase di «adescamento», nel corso della quale le giovani donne, approfittando delle condizioni di solitudine e vulnerabilità delle vittime, si dichiaravano infatuate di quest’ultime, nonché bisognose di denaro, adducendo nella maggior parte dei casi fittizi problemi di salute personali o dei propri familiari residenti, in particolare, nell’area esteuropea.