Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

Cosa resta della Rivolta di Reggio 52 anni dopo

 
 

Cinquantadue anni sono trascorsi alla Rivolta di Reggio. Un tempo sufficientemente “largo”. Oltre mezzo secolo di vita. Dal 14 luglio 1970 al 14 luglio 2022: sono passate almeno due generazioni (forse tre) di reggini e, forse, i millenians non sanno neppure cosa fu quella Rivolta che segnò il destino della città. Cinquantadue anni, dunque, sono un tempo che dovrebbe bastare per fare decantare i fatti della cronaca viva e pulsante e trasformarli in documenti di storia fredda e obiettiva. Dopo cinquant’anni anche la Seconda Guerra Mondiale è stata vivisezionata e consegnata agli archivi della Storia con buone pace di vincitori e vinti. Dopo cinquantadue anni, invece, la Rivolta di Reggio continua a dividere la città in guelfi e ghibellini. Come una di quelle celebri barricate del luglio 1970: o di qua, o di là. Tertium non datur. Nel 2020, per esempio, in occasione del Cinquantenario della Rivolta non si è riusciti nemmeno a costituire un unico “Comitato” per celebrare degnamente quei fatti del 1970 che, comunque li si voglia “leggere”, fanno ormai parte della Storia di Reggio. E la memoria è un “vizio” che va coltivato con ostinazione, perché senza conoscere quei fatti e conservare la storia di questa città non si possono capire il presente e le cause di una realtà così difficile e complessa e non si può nemmeno tentare di immaginarne il futuro. Il motivo che portò tutta la gente di Reggio – uomini, donne e ragazzi – in piazza è arcinoto; il motivo per il quale i reggini si sentano ancora oggi in credito con lo Stato pure. Perché dopo cinquantadue anni Reggio si sente ancora sopraffatta e truffata da quel famigerato “pacchetto Colombo”. Dopo 52 anni il risarcimento dello Stato a Reggio per la scelta di “incoronare” Catanzaro capoluogo di Regione si è trasformato in... nulla. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio Calabria

leggi l'articolo completo