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'Ndrangheta, ennesimo attacco omofobo contro Klaus Davi

Uno stillicidio di attacchi e insulti omofobi trasmessi direttamente a Klaus Davi. L'appena diciottenne nipote di un nome blasonato di una storica famiglia di 'ndrangheta non usa mezzi termini. A pochi giorni dalla scritta "Uffici Klaus Davi" impressa sul cancello della villa di Vincenzo Barreca assassinato nel 2002, che fa seguito a "Klaus Davi uomo di pace" apparsa a Gallico e "Klaus Davi cornuto" incisa su un muro della centralissima rotonda del quartiere di Archi, è il giovanissimo nipote di un noto boss locale a far vibrare tutto il proprio disprezzo per il giornalista inviando un audio a Klaus Davi dal contenuto inequivocabile. E nelle stesse ora anche Cosimo Borghetto, ritenuto elemento di vertice della cosca  Caridi - Zindato - Borghetto, si lancia in un duro attacco contro il giornalista con due interventi sulla sua bacheca Facebook: "Basta lo dicono tutte le persone che tu infanchi tutti i giorni con falsità e calunnie di ogni genere"; "0"("sei uno zero").

A tutto questo si aggiunge una lettera inviata da Lecce e recapitata nell'agenzia milanese del giornalista, scritta a mano da una vittima di estorsione che risulta avere denunciato un esponente della cosca Mancuso, lettera  in cui l'autore - un buyer nel settore dell'autonoleggio, ampiamente citato nell'inchiesta "Medoro" - parla di un mancato attentato contro Klaus Davi e Nicola Gratteri.

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