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'Ndrangheta nella Locride, trecento anni di carcere inflitti ai boss mondiali della cocaina

Pene da a 20 anni ciascuno per i presunti “pupari” del narcotraffico tra cui il 60enne capobastone sanluchese Antonio Pelle “Vanchelli”

Si è concluso con condanne a poco più di 300 anni di reclusione per 33 imputati il processo di appello che si è svolto con il rito abbreviato, nato dalle indagini “European ‘ndrangheta connection - Pollino”. La sentenza della Corte di appello di Reggio Calabria, emessa nella tarda serata di lunedì, ha mandato assolto solo Giuseppe Pelle (classe ‘98), difeso dagli avvocati Giuseppe Bartolo e Antonio Russo, che era accusato di procurata inosservanza di pena in favore del padre Antonio Pelle (cl. 62) alias “Vanchelli”. Al termine della camera di consiglio i giudici reggini hanno rideterminato le pene per 21 imputati confermando lse sentenze di condanna del gup per gli altri dodici.

Alcuni degli sconti di pena più rilevanti sono quelli che riguardano gli imputati Giuseppe Romeo, Domenico Romeo, Francesco Luca Romeo, già condannati a 20 anni in primo grado, difesi dagli avvocati Leone Fonte, Mario Zangari, Vincenzo Nico D’Ascola e Sandro Furfaro. Altre rideterminazioni hanno riguardato alcuni imputati difesi dagli avvocati Vincenzo Nobile, Giuseppe Zangari, Piermassimo Marrapodi, Giuseppe lemma, Benedetta Mutone Carlo Morace, Davide Barillà, Rocco Mollace, Guido Contestabile, Antonio Femia e Alessandro Bavaro.
Rimangono confermate le condanne a 20 anni di reclusione ciascuno per Antonio Pelle (cl. 62), Domenico Pelle (cl. 92) e Francesco Pelle (cl. 90).

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