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Fiumare? No, a Reggio sono bombe a orologeria

Dopo la tragedia di Casamicciola è tornata di attualità la difesa del suolo

«Egregio Sindaco f.f. Paolo Brunetti, non è certo la prima volta che, inascoltato, continuo a scrivere descrivendo la situazione dei nostri territori e sollecitando gli enti preposti ad affrontare seriamente il rischio idraulico». Esordisce così Peppe Pinto (Udc), il quale avverte che «purtroppo la storia, lontana e recente, non insegna nulla ai territori e alle città alluvionate e devastate da fenomeni naturali che hanno causato devastazione e morte che potevano essere limitati o addirittura evitati con un’adeguata gestione del territorio. La storia non ci ha insegnato nulla dai disastri successi nelle settimane e mesi scorsi a causa di piogge di certa intensità. Per fare un breve passaggio storico, ancor prima del disastro di Casamicciola il 14 ottobre 2022 nel comune di Tortora, alto tirreno Cosentino, le abbondanti piogge hanno causato lo straripamento di un canalone e la furia delle acque ha investito e trascinate via numerose autovetture invadendo strade e case; il 12 agosto 2022 a causa di nubifragio a Scilla, acqua e fango hanno trascinato auto e invaso strade fino alla spiaggia; il 16 settembre un nubifragio nelle Marche ha provocato distruzione e seminato morte con 12 persone che hanno perso la vita».
Tuttavia, si spengono i riflettori dei media, l'opinione pubblica s’indigna quando succedono le tragedie in modo rabbioso, e ascoltiamo la solita affermazione trita e ritrita: «Si poteva evitare». Chissà quante volte anche nei prossimi anni risentiremo questa frase, consumata nell’indifferenza e nella mancanza cronica di risposte efficaci.

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