Reggio

Sabato 23 Novembre 2024

Gioia Tauro, il clan Piromalli chiedeva il pizzo per i lavori al bene confiscato FOTO

Carmine Mardecheo
Giuseppe Chiera
Francesco Cordì
Maria Martino
Alfonsino Barrillà
Salvatore Carbone
Massimiliano Copelli
Federico Copelli
Rosario Mazzaferro
Andrea Alampi
Francesco Benito Palaia
Gioacchino Cananzi
Domenico Romagnosi
Cosimo Romagnosi
Cosimo Romagnosi
Ernesto Madaffari

Affiliati alla ’ndrina Piromalli che chiedevano la “mazzetta” alle imprese aggiudicatarie dei lavori di bonifica, per la realizzazione dell’isola ecologica, dei locali dell’ex azienda olearia “Silo”, ubicata al Ponte Vecchio e confiscata al boss… Pino Piromalli. È avvilente e paradossale quanto emerge dalle carte dell’inchiesta “Hybris” condotta dai Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, guidato dal tenente colonnello Gianluca Migliozzi, con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, e chiarisce gli “ostacoli” davanti ai quali può trovarsi in certe condizioni ambientali un Comune come Gioia, assegnatario di quell’immobile da parte dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, che da tre anni tenta invano di completare l’opera e far partire la differenziata. Particolare ancora più inquietante, i tentativi di continuare a lucrare su quel che era stato sottratto alla potente ’ndrina sembrano essere stati in qualche modo agevolati da una “talpa” interna all’ente. Roba da rabbrividire e che rende bene l’idea del grado di pervasività della ’ndrangheta. È amplissimo il numero di conversazioni che permettono di ricostruire come gli indagati Aurelio Messineo, Rocco Delfino “u rizzu”, Cosimo Romagnosi, Giuseppe Ferraro, Salvatore Marzano e Francesco Benito Palaia abbiano tentato di avvicinare le ditte “Servizi Ecologici” di Cittanova e “Greefer” di Crotone, alle quali l’ente aveva affidato i lavori, al fine di imporre loro una tangente. Nel corso della conversazione del 7 dicembre 2020 Aurelio Messineo, “delfino” di Pino Piromalli, intrattenendosi con Cosimo Romagnosi e tale Peppino affermava che occorreva coinvolgere “Rosariuni” Mazzaferro per acquisire informazioni sui lavori di pulizia e smaltimento che gli operai stavano conducendo all’interno dell’ex frantoio. Il giorno successivo in una conversazione tra Messineo e Rocco Delfino “u rizzu” si comprendevano le ragioni dell’insofferenza di Messineo, ovvero l’affidamento dei lavori alla Eco Piana Srl di Cittanova di Girolamo Guerrisi. Delfino mostrava incredulità per la commessa acquisita senza la dovuta copertura mafiosa («E come c... è entrato qua lui? Cosi, è venuto cosi ... eh è entrato così, non è che ... non è venuto prima, prima ... inc ... e poi è andato a parlare, non si spiega ...»). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

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