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Bronzi di Riace, a 50 anni dal ritrovamento una copia in Versilia. Il ricordo di quei magnifici giorni

Ad aggiungere un ulteriore tassello al mosaico dei racconti delle giornate straordinarie che caratterizzano il ritrovamento dei Bronzi è la testimonianza del figlio del soprintendente Foti, Alessandro, all’epoca poco più che ventenne, e che ha vissuto assieme al genitore quelle fasi concitate ed esaltanti.

E’ iniziata con un minuto di silenzio in memoria del giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, la giornata di "Rewind" sul pontile di Tonfano, a Marina di Pietrasanta (Lucca) in Versilia, iniziativa che oggi ha reso omaggio ai 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace «restituendo» al mare due riproduzioni, a grandezza naturale, delle celebri statue. L’iniziativa è stata promossa dalla Fonderia d’arte Massimo Del Chiaro, che ha realizzato le due repliche, con il patrocinio del Comune di Pietrasanta e della Regione Toscana e con "padrino" d’eccezione Vittorio Sgarbi. Le due statue sono state ancorate al fondale marino a fianco del pontile, a poco meno di due metri di profondità, in modo da renderle visibili anche a occhio nudo da chi passeggia.

Ha rappresentato una delle figure centrali, anche se quasi dimenticata, nella vicenda che ha segnato un punto di svolta nella storia e nel patrimonio dell’archeologia ellenistica in Calabria e non solo: il ritrovamento e il recupero dei Bronzi di Riace. Avrebbe compiuto cento anni, nell’anno in cui si celebra il cinquantesimo di quell'evento straordinario avvenuto il 16 agosto del 1972 nella spiaggia di Riace Marina, sullo Ionio reggino, Giuseppe Foti all’epoca soprintendente archeologico regionale.

Ad aggiungere un ulteriore tassello al mosaico dei racconti di quelle giornate straordinarie è la testimonianza del figlio del soprintendente Foti, Alessandro, all’epoca poco più che ventenne, e che ha vissuto assieme al genitore quelle fasi concitate ed esaltanti. "Mio padre era un calabrese al cento per cento - dice Alessandro Foti - e in quell'agosto del '72 di ritorno da un viaggio in nave lungo le coste del Mar Nero fatto in famiglia, ricordo ancora gli occhi di mio padre accesi di contentezza mista a stupore e meraviglia davanti alle foto delle due statue che avrebbero dato nuova vita al museo di Reggio Calabria.

Durante quel viaggio tra Odessa e la Crimea, quando possibile, papà era stato in contatto telefonico con gli operatori del recupero ma vedendo quelle immagini non era riuscito a trattenere la forte emozione». Giuseppe Foti era tornato in Calabria, prima lavorava a Villa Giulia a Roma, nel dicembre del '60 come direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio e poi era stato nominato Soprintendente archeologico per la Calabria.

Rimase in carica fino al 30 giugno dell’81, giorno della sua morte a soli 59 anni». Ricordi che riaffiorano a mezzo secolo di distanza. Un fatto non da poco, la scoperta fatta a 200 metri dalla spiaggia e ad una profondità di 8 metri, dal sub romano Stefano Mariottini che, durante un’immersione, aveva scorto le due statue parzialmente coperte dalla sabbia. Le opere, risalenti con tutta probabilità alla metà del V sec. a.C. e alte rispettivamente 1,98 e 1,97 metri, certamente realizzate ad Argo nel Peloponneso come venne poi accertato dall’analisi delle terre di fusione, una volta recuperate, si presentarono in un eccellente stato di conservazione.

"Riconobbe le due statue come creazioni della bronzistica greca da ascriversi alla grande tradizione artistica del V sec. a.C. - aggiunge ancora Alessandro Foti - e dopo il primo intervento per la desalinizzazione nella Soprintendenza calabrese, per il restauro scelse il laboratorio della Soprintendenza archeologica della Toscana. Così nel 1975 i guerrieri furono trasportati a Firenze dove c'erano attrezzature e personale con esperienza nel campo della conservazione dei reperti metallici di provenienza archeologica». Le attività di restauro furono complesse, durarono otto lunghi anni, e si conclusero con una prima esposizione a Firenze (dicembre 1980-gennaio 1981) e poi a Roma al Quirinale (giugno-luglio 1981).

A quel punto scoppiò il fenomeno «Bronzi». «Quello che ho molto vivo nel ricordo - prosegue Foti - è l’impegno e la determinazione che mio padre profuse per il ritorno delle due statue in Calabria dove finalmente arrivarono per non più ripartire». Nelle parole di Foti traspare un velo di rammarico. «Prima della ristrutturazione del Museo di Reggio - dice - c'era una sala di archeologia subacquea dedicata a mio padre, dopo i lavori è stata cancellata. Adesso non c'è nemmeno una targhetta. Posso solo sperare che la Calabria, la sua Calabria non dimentichi una figura di cui può e deve andare fiera».

Il governatore Occhiuto: "Simbolo della Calabria"

«Celebriamo con grande orgoglio una ricorrenza storica per la Calabria. Il 16 agosto del 1972, 50 anni fa, Stefano Mariottini, un giovane sub romano, si immerse nel mar Ionio a circa 230 metri dalle coste di Riace Marina, e a 8 metri di profondità scoprì due statue di bronzo dall’inestimabile valore. Oggi i Bronzi di Riace, opera d’arte unica, rarissima ed emozionante testimonianza della scultura greca di età classica, sono conosciuti in tutto il mondo, come simbolo della nostra Regione». Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. «Uno straordinario attrattore turistico - prosegue Occhiuto - non solo per la Calabria, ma per tutto il Paese. Ripartiamo da loro, da questi due guerrieri, cinquant'anni dopo il ritrovamento, per continuare a custodirne e a raccontarne la storia, la bellezza, la cultura e l’armonia, e per (ri)scoprire sempre più la Calabria».

La vicepresidente Princi:

«Il 16 agosto è il giorno dell’anniversario. È proprio oggi che ricorre il 50° (1972-2022) dal ritrovamento dei due Bronzi al largo di Riace, oggi ben custoditi all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria diretto da Carmelo Malacrino e annoverati tra i capolavori scultorei più significativi di tutta la cultura magno greca». E’ quanto afferma il vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Giusi Princi.
«In occasione della ricorrenza, quella stessa spiaggia di Riace - prosegue Princi - questa mattina è tornata nuovamente protagonista della grande scoperta con un evento simbolico di (ri)appropriazione di tutto ciò che i due guerrieri rappresentano dal punto di vista storico e culturale: la loro immagine a grandezza naturale è stata frammentata in 50 tessere, una per ogni anno trascorso dal 16 agosto 1972 ad oggi, condotte dagli abitanti del posto dalle rive riacesi fino alla parte centrale di Riace Marina, dove sono stati i bambini a ricomporre il mosaico completo dei Bronzi. La cittadina che ha dato il nome ai due guerrieri ha salutato così il giorno del cinquantesimo anno dal loro ritrovamento».
«Nel pomeriggio - riporta un comunicato - il vicepresidente Princi si recherà presso l’attuale «casa» dei Bronzi dove, accompagnata dal direttore Malacrino , renderà omaggio ai due guerrieri ed alla loro storia, alla testimonianza più significative dell’arte greca classica, a loro che sono il più autentico simbolo di bellezza e di perfezione che l’arte ellenica rincorreva. Sarà l’occasione per apprezzare l'importante mostra allestita al Museo nell’ambito delle celebrazioni promossa per il cinquantenario. In serata, poi, a partire dalle 20, all’Arena Ciccio Franco di Reggio Calabria avrà luogo l’evento «La Notte dei Bronzi di Riace», promossa dal Consiglio Regionale della Calabria. Ad aprire l’evento saranno i saluti istituzionali, seguiti da un ricco salotto culturale in cui saranno coinvolti docenti universitari ed esperti che si confronteranno sui due magnifici guerrieri».

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