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Reggio fra teatro e musica balenando in burrasca

La «reading performance» ma guardando agli aedi greci per combattere ogni oscurità

Non semplice rassegna, ma solido ponte culturale tra passato, presente e futuro la quarta edizione del Balenando in Burrasca Reading Festival, in corso al Castello Aragonese di Reggio Calabria, con chiusura il 7 novembre prossimo. Promosso dall’Associazione Culturale Adexo APS e patrocinato da Comune di Reggio e Regione Calabria, il festival rende il passato contemporaneità attraverso il reading, portando un messaggio di bellezza che apre orizzonti alla condivisione e all’integrazione sociale e culturale. Abbiamo parlato con la direttrice artistica Katia Colica, scrittrice e drammaturga reggina, della natura e delle finalità dell’interessante progetto concepito assieme al compagno Antonio Aprile, musicista, compositore e direttore organizzativo del festival.

«Con Antonio avevamo intrapreso la strada della reading performance – ci racconta Colica – orientati verso la riscoperta di questa forma d’arte ispirata all’aedo greco. È stata un’idea vincente perché il reading ha ottenuto attenzione e riscontro. Da qui la prima edizione del festival, con spettacoli incentrati sulla contemporaneità del mito greco, come “Cassandra Global Warner”, appuntamento di apertura di questa edizione, tratto da un mio testo con la regia di Matteo Tarasco, uno dei più grandi registi contemporanei».

Quale può essere l’efficacia di una pratica così antica come il reading nell’era del digitale?
«È molto importante per noi che lavoriamo col contemporaneo non segnare confini netti tra la poesia e il mondo digitale. Le performance musicali di Antonio, ad esempio, si basano molto sulla musica elettronica. Per cui c’è questo connubio di espressività vuol essere una sorta di apertura, perché non possiamo prescindere dal digitale. La memoria è qualcosa di sacro, ma va vissuta con i piedi ben piantati nel presente e nel futuro».

Coerente con i valori portanti della manifestazione il titolo, tratto da un verso di “Gabbiani”, poesia di Vincenzo Cardarelli sull’importanza della libertà. La cultura rende liberi?
«Iniziamo sempre il nostro festival con questa poesia perché, soprattutto in questo periodo, ci sentiamo come lui e cerchiamo di balenare in questa burrasca, ma sempre con uno sguardo di apertura e ottimismo. Sono fortemente convinta che la cultura sia la strada per la libertà e l’apertura di orizzonti nuovi; lo è sempre stata. Quindi è il sentiero giusto da seguire».

Nel programma trovano spazio appuntamenti di musica, danza, teatro, letteratura e arte figurativa, ma grande attenzione è riservata anche ai giovani delle scuole con reading e laboratori che li coinvolgono. In che senso la pratica del reading può aiutare ad affrontare le problematiche delle zone di maggiore svantaggio sociale?
«In ogni edizione, ma anche a prescindere dal festival, la nostra associazione Adexo dà molta attenzione sia agli allievi delle scuole che ai bambini delle periferie svantaggiate. La percezione amplificata di questi ragazzi che hanno un’assoluta sensibilità, rende il nostro lavoro più agevole, perché il nostro compito è semplicemente quello di riuscire a canalizzare la forza della poesia, della musica, della letteratura e del teatro verso le loro possibilità di apprendimento. Sono veramente delle antenne questi ragazzi. Il reading è una strada solo in apparenza complessa, perché la lettura poetica, grazie a strumenti come la musica o l’arte in genere, arriva spontaneamente, come se fosse connaturata in ciascuno di noi. Evidentemente l’aedo quando raccontava con la musica le sue storie ha imboccato una strada che non si è mai chiusa. Noi non facciamo altro che entrare su questa strada spianata dall’Antica Grecia e farla il più possibile nostra».

Cosa pensi possano fare il teatro, la letteratura, l’arte, la bellezza in generale, per la Calabria e per tutto il nostro Sud?
«Sono una sostenitrice molto impegnata con la mia associazione per quanto riguarda il territorio. La Calabria è sicuramente un territorio complesso, ma sono anche sicura che questo nostro approccio multidisciplinare, che abbraccia una parte del sociale molto importante, possa diventare un ottimo volano di crescita. Si dice “Nemo propheta in patria”, ma il nostro caso rappresenta l’eccezione, perché abbiamo avuto tantissimi riscontri sul territorio. C’è una risposta molto importante da parte del pubblico, degli spettatori, che sono con noi; questo ci conforta e ci spinge a resistere laddove possano esserci degli ostacoli. È una sfida che stiamo affrontando e in parte vincendo. Speriamo molto in un futuro di progresso».

Prossimi eventi, dopo la presentazione del libro “La Biografia di Nessuno” (Giuseppe Fantino), la prima nazionale, venerdì, dei “Sonetti del giorno di quarzo” (Einaudi), nuovo scritto del poeta Aldo Nove, condotta dalla giornalista reggina Anna Mallamo, e il doppio appuntamento del 4 ottobre con la performance di danza “Il sorriso di Alda Merini”, diretta da Giovanni Battista Gangemi, e il reading “Morgana e i miti dello Stretto”, con Katia Colica, Antonio Aprile e Luisa Malaspina.
Per balenare in ogni burrasca.

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