Le vestigia ebraiche riecheggiano nell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, simbolo dell’accoglienza e incrocio di culture, per rivendicare al mondo intero un primato della nostra città: il commentario di Rashi al Pentateuco; il primo libro in ebraico stampato con caratteri mobili, in copia anastatica, tornato in mostra al Castello Aragonese. Ma la sfida sembra essere appena iniziata: «Ho chiesto un incontro al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano perché Reggio possa ospitare, almeno per qualche mese – annuncia il presidente della Regione Roberto Occhiuto –, questo pregevole documento stampato proprio qui; l’obiettivo, è risvegliare la conoscenza dei calabresi su tante giudecche, luoghi che costituiscono tradizioni importanti come quelle ebraiche, che costruiscono identità; segni della storia che, però, devono diventare assi di sviluppo. Pertanto, onorati dell’attenzione riservataci dalla comunità ebraica italiana, ci candidiamo ad essere interlocutori istituzionali delle Giudecche calabresi, che sono custodi di memoria e radici profonde», conclude Occhiuto, richiamando quali ricche testimonianze il quartiere della Giudecca a Reggio, la Sinagoga di Bova Marina, la Giudecca di Nicotera e Santa Maria del Cedro in provincia di Cosenza. Assicura il sindaco f.f. Paolo Brunetti, promotore della mostra al Castello Aragonese: «Saremo a fianco del presidente Occhiuto in questa interlocuzione con il Ministro per incentivare l’antica tradizione ebraica del nostro territorio».
L’iniziativa
Il convegno “Reggio Calabria, culla della stampa ebraica. 1475, il Commentario di Rashi al Pentateuco” è stato organizzato dalla Regione Calabria in collaborazione con Calabria Film Commission e brillantemente moderato dal giornalista Klaus Davi, al quale il presidente Occhiuto riconosce il grande impegno nella valorizzazione delle tradizioni ebraiche. «Il commentario di Rashi al Pentateuco è uno straordinario strumento di narrazione e di produzione culturale nel segno di quel grande valore che è l’accoglienza calabrese», apre così Klaus Davi quella che è stata una intensa giornata nel segno della memoria quale seme per costruire un futuro migliore.
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