Sono passati otto mesi da quando Paolo Brunetti e Carmelo Versace reggono le sorti del Comune e della Città Metropolitana. Un tempo sufficiente per tracciare un primo bilancio. Partiamo dal Comune.
Sindaco Brunetti, un primo resoconto.
«Sono solo otto mesi ma sembrano molti di più. È stato un periodo certamente intenso ma grazie alla programmazione che era già stata attivata nei mesi e negli anni scorsi siamo andati avanti senza particolari scossoni amministrativi, proseguendo sul sentiero tracciato dal mandato elettorale conferito al sindaco Falcomatà. Personalmente, con tutti i limiti del caso, ho cercato di mettere a disposizione le mie competenze e la mia esperienza per la prosecuzione di questo percorso. Ringrazio il sindaco per avermi conferito l'onore di rappresentare la mia città. Ogni volta che indosso la fascia mi rendo conto dell'importanza di ciò che facciamo. Anche se, ormai mi conoscete, non sono abituato ad esprimere giudizi sul mio operato. Preferisco che a giudicare siano i cittadini, ai quali abbiamo sempre chiesto di accompagnarci in questo percorso».
Da quando riveste la carica di sindaco metropolitano, lei, Versace, ha ereditato gli stessi problemi, su tutti aeroporto e rifiuti. Che cosa è stato fatto e cosa c'è da fare?
«Sono certamente due dei pilastri principali dell'azione amministrativa sul nostro territorio. Sul tema dell'aeroporto purtroppo ad oggi non abbiamo avuto la possibilità di agire, impossibilitati dal fatto che la gestione regionale nella sostanza ha chiuso le porte ad una interlocuzione concreta, se non per alcune finestre che però non hanno prodotto nulla di buono. Sul piano dei rifiuti invece la Città Metropolitana negli ultimi due anni ha messo in campo un lavoro straordinario, riordinando l'intero settore e lavorando soprattutto sugli impianti e sul rapporto con i Comuni, anche attingendo a risorse del Pnrr per ammodernare l'intero circuito. Sarebbe un peccato oggi interrompere questo percorso. Non abbiamo condiviso la scelta della Regione di ricentralizzare il settore, sarebbe un disastro per un territorio come il nostro che dopo tanti sacrifici aveva finalmente raggiunto un equilibrio».
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