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Coronavirus a Reggio, per i matrimoni si deve attendere: le storie di promessi sposi

È il giorno più atteso, ma il sogno può aspettare. L'emergenza sanitaria stravolge i piani di chi ha costruito a volte a distanza di anni questo evento. Rinviare o confermare? Pronunciare il sì alla presenza dei soli testimoni, come da decreto, e magari con maxi schermo per trasmettere la cerimonia ad amici e parenti, tra baci e abbracci virtuali.

Piuttosto che rinunciare alla festa, quella che con entusiasmo si è organizzata per il giorno più romantico qualcuno sceglie di posticipare.

Così hanno deciso Giuseppe e Maria, avrebbero dovuto convolare il 9 di maggio. Ma l'epidemia ha ridisegnato i progetti.

«La mia futura moglie è a Messina, dove lavora. È corsia a combattere da infermiera contro il Coronavirus, le hanno già fatto tre volte il tampone, proprio ieri hanno chiuso il reparto in cui era impegnata. È in quarantena» racconta orgoglioso Giuseppe, sa che la sua Maria sta affrontando come tutto il personale sanitario una sfida difficile.

«Da un anno eravamo impegnati a progettare il nostro giorno. Stiamo valutando quando rimandare, la sala ricevimenti ci ha dato delle date anche su agosto. Ma ancora è tutto così aleatorio. Vedremo».

Davide e Tania vivono fuori, sono medici entrambi, si sono conosciuti ai tempi dell'università, avrebbero dovuto pronunciare la loro promessa d'amore il primo di giugno. Ma hanno scelto di rimandare.

«Forse a fine settembre» dice Davide, «ma queste sono le speranze del futuro sposo, il medico sa che questa è una eventualità remota. Lavoro a Teramo in ospedale e la mia Tania medico anche lei, è impegnata in clinica non siamo molto ottimisti. Ci piacerebbe coronare un “inseguimento” durato dieci anni per tutta l'Italia. Abbiamo vissuto insieme ma per coronare il nostro amore vogliamo una festa. L'idea di una cerimonia con tutte le distanze obbligate e i vincoli da seguire, di un ricevimento ingessato a tavola non ci entusiasma. Non è quello che vogliamo, se non possiamo avere la festa ci teniamo l'amore e rinviamo al prossimo anno. Abbiamo già aspettato tanto».

Morena e Giuseppe da due anni sono impegnati per rendere indimenticabile il loro giorno più romantico. «Avevo impostato il countdown sul telefono mi diceva che mancano 200 giorni, ora sono una novantina, la data fissata è a luglio, ma ancora viviamo nell'incertezza. Aspettiamo tutti di sapere cosa succederà dopo il tre maggio. Ancora non sappiamo se riusciamo a settembre ottobre, ma poi forse per quel periodo ci sono le comunioni che sono state anche spostare. Dopo le giornate si accorciano ed onestamente novembre non è un bel mese per il matrimonio».

«Se non possiamo festeggiare come abbiamo sempre pensato, si rimanda tutto al prossimo anno». Non hanno dubbi Francesco e Stella. Per motivi di lavoro si sono spostati in Lombardia da dove hanno osservato da vicino l'esplosione della pandemia. «La data era il 13 maggio - abbiamo realizzato subito che sarebbe stato difficile, abbiamo avvertito tutti e forse si farà ad ottobre». Un imprevisto «in cui abbiamo riscontrato la grande disponibilità di tutti. Stiamo valutando come incastrare e conciliare, ma la cosa che si preoccupa è capire se i nostri amici sparsi per il Paese potranno venire al nostro matrimonio e poi rientrare. Se ci sono ancora molte restrizioni si procede al prossimo anno. Stiamo insieme da 14 anni , un anno in più non ci cambia molto».

«Era tutto pronto, chiesa, sala ricevimento, bomboniere, fiori. Solo al viaggio di nozze non avevamo ancora provveduto, adesso non sappiamo ancora cosa fare» raccontano Michele e Ilenia.

«La data fissata era l'otto luglio, sembra ancora lontana ma è praticamente vicinissima. Stiamo valutando, abbiamo riscontrato la disponibilità da parte del ristoratore che dovrà curare il ricevimento. Aspettiamo, ma uno slittamento sembra sempre più probabile».

«Siamo riusciti proprio per poco a fermare la stampa degli inviti e delle partecipazioni - dice Nadia che con Ivan coltiva il sogno di un giorno magico da 14 anni -. Già al primo decreto abbiamo scelto di fermare tutta la macchina organizzativa. Avevamo già stabilito tutto, molti dei nostri amici e ospiti avevano già fatto anche il biglietto per vivere con noi questo evento. Ma adesso non sappiamo come procedere. Proviamo a settembre o al prossimo anno? Una scelta in cui pensare anche a chi dopo mesi di stop forzato dal lavoro si trova poi a dover affrontare tante cerimonie tra comunioni e matrimoni».

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