È stata magica l’estate dello sport italiano. Dopo lo straordinario Europeo di calcio, a Tokyo sono arrivate 40 medaglie per il miglior bottino di sempre ai Giochi. Accanto all’aspetto sportivo, che ha coinvolto quasi 400 azzurri, c’era anche quello legato alla “promozione tricolore” rappresentata da Casa Italia, il luogo dove oltre a celebrare gli atleti, si esaltano l’identità e le qualità del nostro Paese. Tra gli attori principali di Casa Italia, ospitata all’hotel Takanawa Manor House, c’era pure Massimiliano Zucco, locrese di nascita, ma da tanti anni trasferito a Roma dove lavora per il Coni al Foro Italico. In Giappone si è occupato dell’hospitality e in particolare di tutto il settore servizi, food e beverage. La sua è una storia da raccontare.
Formazione e prime esperienze
«La mia “avventura” romana inizia con gli studi universitari nel 1998, quando mi iscrissi a Economia e Commercio. Subito mi sono rimboccato le maniche per non gravare sulla famiglia – avendo perso presto mio padre – e per mettermi in gioco, sviluppando le doti che il mondo del lavoro richiede, a partire dal problem solving». L’approccio con il mondo dello sport è stato quasi immediato: «Terminati gli studi ho cominciato a lavorare con una società di eventi che si era aggiudicata l’hospitality dei Giochi invernali di Torino 2006. Per me è stata la svolta professionale».
Il cambio di passo
La narrazione di Massimiliano cresce di intensità ed entusiasmo: «Rientrato da quell’esperienza olimpica, ho iniziato a lavorare al Foro Italico operando sulla parte commerciale e gestionale di una serie eventi come il “Sei Nazioni” di rugby, gli Internazionali di tennis e gli appuntamenti di beach volley. Tutto questo, conoscendo e apprezzando le grandi doti umane e professionali di Diego Nepi, vero motore di Italia Team e responsabile di Casa Italia». Già, Italia Team, nata prima di Pechino 2008 con un focus preciso: «Vengono coinvolte quante più aziende possibili con l’obiettivo di promuoverne l’immagine. Dal 2008 siamo presenti in ogni edizione dei Giochi, sia estiva che invernale, e il nostro lavoro è in continuo movimento poiché terminata una Olimpiade si pensa subito a quella successiva». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio