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Affari con la 'ndrangheta, ecco il tesoro sequestrato a due imprenditori di Reggio

«Questa operazione connota la 'ndrangheta come organizzazione economica che si muove su scala nazionale nel settore degli appalti». Lo ha detto il Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, incontrando i giornalisti sull'operazione della Guardia di finanza che ha portato al sequestro di beni per un valore di 212 milioni di euro a due imprenditori accusati di collusione con alcune cosche di 'ndrangheta.

«Abbiamo radiografato le attività fin dagli anni '70 degli imprenditori Domenico Gallo e Gianluca Scali - aggiunto Paci - facendo emergere le sproporzioni effettive tra redditi denunciati e quelli in effetti disponibili. Domenico Gallo, tra l'altro, pur avendo a carico numerose inchieste, aveva uffici anche nel centro storico di Roma. I due imprenditori, come dimostrato dalle indagini, denotano una fortissima capacità di infiltrare e condizionare la pubblica amministrazione nel settore delle attività edili, stracciando le regole fissate dalla Costituzione».

Secondo il Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, «i risultati investigativi ottenuti derivano dallo scrupoloso approfondimento da parte della Guardia di finanza su una fase ultradecennale delle attività dei due imprenditori sottoposti alla misura di prevenzione. Si é riusciti ad analizzare i conti e i bilanci di Scali e di Gallo verificando le loro posizioni anche in relazione a precedenti inchieste che hanno riguardato alcune cosche della 'ndrangheta ed i loro referenti nel settore delle imprese. I patrimoni illecitamente accumulati vanno sistematicamente accertati e colpiti perchè costituiscono il forziere economico non solo per l’imprenditore in sé ma anche per le organizzazioni criminali di riferimento, consentendo il loro perpetuarsi. Il nostro impegno è quello di consentire comunque la prosecuzione delle attività produttive e aziendali colpite dalla misura di prevenzione, rispettando i principi della legalità». Bombardieri ha anche sottolineato «la necessità di un urgente irrobustimento delle forze investigative in provincia di Reggio Calabria per fare fronte più efficacemente al sistema di controllo e di prevenzione della criminalità economica, che, proprio perchè contigua alla 'ndrangheta, elimina ogni forma di concorrenza instaurando il monopolio assoluto grazie alla forza intimidatrice tipica delle organizzazioni mafiose».

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