Reggio

Martedì 26 Novembre 2024

La ‘ndrangheta negli appalti pubblici a Reggio e in provincia: un arresto, sigilli a 7 aziende - Video

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Un arresto e sette aziende sequestrate. È il bilancio di una operazione dei carabinieri di Reggio Calabria nelle provincie di Reggio Calabria, Latina e Cosenza. Si tratta di due distinte operazioni, nate su input della Procura distrettuale di Reggio, nei confronti Tommaso De Angelis, 59enne originario di Sinopoli ma residente a Reggio Calabria, arrestato con l’accusa di associazione mafiosa, e considerato vicino alla cosca “Alvaro-Pajechi” di Sinopoli. Le aziende sequestra sono la Morfù srl di Rossano, Decos srl di Reggio Calabria, Musolino Domenico, ditta individuale di Reggio, I.Ge.Co. srl di Latina, Pontina Costruzioni srl di Latina, I.T.M. Eletronic snc di Antonio e Mario Italiano di Delianuova, Gienne Costruzioni rrl di Reggio. Il valore delle imprese sequestrate si attesta, nel suo complesso, in 16,5 milioni di euro. I due provvedimenti derivano dalle operazioni “Camaleonte” e “A ruota libera”. Nell’ambito della “Camaleonte”, dal febbraio 2015 all’aprile 2016 è stata monitorata l’esecuzione di due distinti appalti: la realizzazione della fermata di Pentimele della metropolitana di superficie e i lavori di manutenzione straordinaria del sovrappasso di via Casa Savoia di Gallico. Per quanto riguarda il primo appalto, dalle indagini venne fuori che i fratelli Nilo e Giuseppe Morfù, titolari della Morfù srl, fin dall’avvio dei lavori cercarono l’appoggio della criminalità organizzata locale, al fine di “ottimizzare” i tempi a disposizione e ridurre eventuali inconvenienti, trovandolo evidentemente nei fratelli Rocco, Vincenzo, Michelangelo e Tommaso De Angelis. Per quanto riguarda la manutenzione del sovrappasso di Via Casa Savoia di Gallico, sarebbe emerso che la ditta di Domenico Musolino, 43enne reggino ritenuto contiguo alla cosca Tegano della ‘ndrangheta, arrestato nell’ambito dell’operazione “Affari di famiglia” e assolto nel 2015 – avesse sottoscritto, con la ditta aggiudicatrice dell’appalto, un contratto di noleggio di macchinari ed attrezzature e un contratto per il distacco di due operai, incaricati della gestione delle attività di collaudo delle due carreggiate autostradali del sovrappasso, quale mero escamotage per aggirare la normativa vigente, subappaltando l’intera realizzazione delle opere ad un’impresa non iscritta all’“Elenco di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (White List)” proprio in ragione dell’allora recente arresto di Musolino. In merito a quest’appalto, sono tuttora al vaglio della Dda reggina le posizioni di 7 fra funzionari e dipendenti dell’Anas, incaricati delle verifiche sulla corretta esecuzione dei lavori.

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