Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

Colpo alla 'ndrangheta di Sant'Eufemia di Aspromonte: 65 arresti

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È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 65 ordinanze di custodia cautelare, di cui 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari, emesse nei confronti dei capi storici, elementi di vertice e affiliatidi una pericolosa locale di ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte - funzionalmente dipendente dalla potente cosca Alvaro imperante a Sinopoli, San Procopio, Cosoleto, Delianuova e zone limitrofe - ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diversi reati in materia di armi edi sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonché di scambio elettorale politico mafioso. Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e di diverse Squadre Mobili del Centro e Nord Italia, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni. Impiegati circa 600 agenti della Polizia di Stato. “Eyphemos” è il nome che gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato all’operazione nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina, nella provincia di Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari di un’articolazione della ‘ndrangheta reggina operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte  in seno al mandamento tirrenico, alle dipendenze del più affermato e risalente locale di Sinopoli facente capo alla potente cosca Alvaro che ha anche una sua propaggine in Lombardia, segnatamente nel Pavese, nonché in Australia dove è presente un localedi ‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese degli Alvaro. Dalle indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di P.S. di Palmi è emerso che gli esponenti di vertice del locale di Sant’Eufemia d’Aspromonte sedevano ai tavoli in cui venivano prese decisioni importanti che riguardavano il locale australiano. Alcuni di essi si erano perfino recati in passato in Australia per risolvere controversie legate alla spoliazione di un sodale che venne sanzionato per una trascuranza ma non espulso dai ranghi della ‘ndrangheta. Nei summit monitorati dagli investigatori della Polizia, gli indagati facevano riferimento alle cariche e ai gradi della ‘ndrangheta (come la “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”), alle cerimonie, alla formazione di un banco nuovo, alla creazione di un nuovo locale a Sant’Eufemia d’Aspromonte con l’auspicata legittimazione del Crimine di Polsi e l’indipendenza dagli Alvaro di Sinopoli che, tuttavia, continuano a controllare Sant'Eufemia, forti dell’essere una grande cosca, anche se i diversi sottogruppi familiari (intesi “Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”) godono di una certa autonomia programmatica e di azione.La ‘ndrangheta eufemiese appare antica e moderna al tempo stesso, ancorata a vecchi rituali ma fortemente protesa a radicarsi sempre più nel settore socio-economico ed imprenditoriale, anche attraverso un’oculata attività di infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici. Ecco i nomi di tutti gli arrestati finiti in carcere: Angelo Alati, alias “il Marocchino”, presidente del Consiglio Comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte; Cosimo Alvaro, alias “Pelliccia”; Cosimo Alvaro; Domenico Alvaro, inteso “Micu”; Salvatore Alvaro, inteso “Turi” alias “Paieco”; Giuseppe Bagnato, inteso “Pinuccio”; Antonino Borgia; Domenico Carbone, alias “u Ciacio”; Sarino Antonio Carbone; Vincenzo Carbone, alias “Ceo”; Carmelo Castagnella; Vincenzo Condina, alias “u Russu”; Antonio Crea, alias “Spatola”; Emanuele Crea; Giovanni Crea; Giuseppe Crea; Antonino Creazzo, inteso “Nino”, consulente del lavoro; Pasquale Cutrì; Nicola Delfino; Rocco Graziano Delfino, latitante; Luca Docente, agente immobiliare; Attilio Firenzuoli, detto “Nino”alias “Testuni”; Diego Forgione, alias “u peones”; Domenico Forgione, inteso “Dominique”, consigliere comunale di minoranza di Sant’Eufemia d’Aspromonte; Antonino Cagliostro, inteso “Tony” alias “u mutu”, titolare di due attività commerciali - bar ristorante - a Milano; Cosimo Idà, alias “u diavulu”, vice sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, assessore con delega al Bilancio, Programmazione, Tributi; Giasone Italiano; Antonino Laurendi, alias “ninareddhu u pistolu”; Cosimo Laurendi; Domenico Laurendi, alias “Rocchellina”, imprenditore edile; Rocco Laurendi; Natale Lupoi, alias “Beccaccia”; Domenico Luppino, ingegnere, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte; Girolamo Macrì; Bruno Modaffari, alias “u filiciuni”, gestore di un ristorante a Solano di Scilla; Domenico Modaffari; Francesco Modaffari; Pasquale Modaffari, alias “u filiciuni”; Vincenzo Modaffari, alias “u ruggiatu”; Carmine Napoli, alias “Carminazzu”; Giuseppe Carmine Napoli, alias “‘mpizza”; Giuseppe Novello; Diego Orfeo; Giuseppe Orfeo; Carmine Quartuccio, imprenditore nel settore degli impianti elettrici; Domenico Restuccia; Giuseppe Rizzotto; Francesco Romeo; Michele Romeo impiegato comunale a Mornago, in Lombardia; Giuseppe Scicchitano; Giorgio Spaliviero; Giuseppe Speranza, alias “u longu”; Francesco Vitalone. Arresti domiciliari per: Cosimo Cannizzaro, alias “spagnoletta”; Francesco Cannizzaro, alias “Cannedda”; Emanuele Crea, alias “Ciccellino”; Francesco Crea, assicuratore; Domenico Creazzo, sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte e neo eletto consigliere regionale della Calabria; Mauro Fedele; Giuseppe Antonio Galletta, medico; Rocco Iannì, ristoratore con attività commerciali a Bagnara Calabra e Milano; Rocco Laurendi, alias “Rocchellino”; Antonio Luppio, inteso “‘Ntony” alias “Malomu”; Carmelo Napoli.

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