Spazzatura dentro e fuori, rifiuti di ogni genere sparsi senza soluzione di continuità. E c'è chi nella disperazione di trovare un rifugio sicuro ha pensato bene di colorare il suo posto con tanto di parete rosa e tende. Stiamo parlando della struttura del "Girasole" sita sul viale Messina nel popoloso quartiere di Sbarre Inferiori a Reggio Calabria. Realizzato negli anni Novanta, con il Decreto Reggio, inaugurato nel 2006 il Girasole doveva essere un polo commerciale di fiere, eventi, mercati. L’idea era quella di dare un tetto agli operatori “sfrattati” dall’intervento di riqualificazione di piazza Orange. "Ma di quelle ambizioni - scrivevamo sulle colonne del nostro giornale pochi giorni fa con un articolo a firma di Eleonora Delfino - oggi non resta nulla. La struttura abbandonata, saccheggiata, depredata è diventata punto di ritrovo per malviventi e disperati che cercano un tetto". Una struttura che era stata pensata dall'amministrazione comunale come edificio "green" eco-sostenibile e che avrebbe dovuto ospitare la società Hermes. Nell'estate del 2017 il sindaco Falcomatà presentò un progetto di ristrutturazione anche tramite un apposito incontro con i cittadini del quartiere ma tutto rimase lettera morta. Il risultato odierno vede un "ecomostro" al centro di una zona importante della città e a pochi passi da numerosi plessi scolastici e dalla parrocchia del Rosario. I residenti sono esasperati e lanciano il loro grido d'allarme: nei giorni scorsi l'imprenditore Pino Diano ha pubblicato dei video sui social proprio per far vedere le condizioni di estremo degrado del "Girasole". Ed è proprio attraverso la voce di coloro i quali vivono quotidianamente da vicino la realtà amara del "Girasole" che abbiamo provato a rilanciare l'attenzione su un'infrastruttura che non può e non deve rimanere più nelle attuali condizioni. Ecco nel video le testimonianze di Pino Diano, don Gaetano Galatti e di Marisa Delfino.