Sono trascorsi due anni da quando le fiamme hanno rubato la vita di otto persone e un patrimonio ambientale prezioso. L'estate 2021 sarà ricordata come quella delle tragedie in cui gli incendi hanno divorato ettari di bosco, di coltivazioni mandando in fumo l'ecosistema di una fetta importante del territorio aspromontano, assieme alle speranze di chi aveva voluto imparare a conoscere e tutelare la montagna facendone la propria missione e il proprio lavoro. Ma di quella pagina dolorosa nessuno sembra più ricordarsene. Mentre il paese piange nuovi lutti e nuove calamità, quelle famiglie, quegli imprenditori restano dimenticati. Da tutti. Dalle istituzioni che all'indomani di quella drammatica vicenda avevano promesso sostegno, aiuti. Si era detto che lo Stato non avrebbe lasciato sole quelle comunità, quegli imprenditori coraggiosi che hanno continuato per anni ad essere le sentinelle del territorio che rischia lo spopolamento. Ma ad oggi nessuna di quelle rassicurazioni ha preso forma. La Regione aveva stanziato circa 3,5 milioni di euro per dare una mano a chi ha visto bruciare uliveti secolari. Da tutta la Calabria sono arrivate le richieste da parte di 40 imprese che speravano attraverso quelle risorse, che certo non rimettono in piedi un'azienda, di poter avere un minimo di liquidità per ripartire. Solo un ristoro a fronte di centinaia di migliaia di euro, visto che è prevista l’erogazione di soli 25 mila euro di contributi per ciascuna delle domande. I tanti imprenditori agricoli di questa parte di Aspromonte, dopo gli ingenti danni patiti si ritrovano a vivere la più classica delle beffe. A distanza di due anni, infatti, la Regione Calabria pare essersi dimenticati di loro. Tante promesse, ma allo stato la ricostruzione delle loro aziende è ferma a causa della mancanza di aiuto da parte delle istituzioni. Tra i saliscendi delle strade che si inerpicano verso i mille metri di altitudine si giunge a Roccaforte del Greco, dove ha sede l’azienda agricola di Francesco Saccà. Una grande azienda creata dai suoi nonni e dopo la gestione di suo padre adesso è portata avanti dall’imprenditore di Reggio Calabria. Saccà ricorda molto bene quella giornata del 5 agosto 2021. Le fiamme che arrivano da una cresta del monte e scendono sospinte dal vento verso i suoi uliveti e i frutteti, che entrano nella sua casa. «Le immagini che arrivano dall’Emilia Romagna in questi giorni – dice l’imprenditore – mi hanno fatto riaffiorare tutti i brutti ricordi: le mie terre e la mia casa in fiamme, la lotta impari tra i roghi e i vigili del fuoco, la precipitosa fuga a piedi tra i campi con i miei operai dopo avere abbandonato l’auto, mentre un muro di fiamme stava arrivando verso di noi. Nessuno meglio me può capirli, so cosa vuol dire avere perso tutto, anni di lavoro e sudore andati letteralmente in fumo in poche ore».