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I mille volti dell’Aspromonte: nel cuore della Grecanica. Bova, Rocca del Drako, Roghudi, Gallicianò

Gazzetta del Sud vi riporta in Aspromonte. La seconda tappa del nostro viaggio dedicato al Geoparco è nella Grecanica. Partendo da Bova, passando per il Passo della Zita e la rocca del Drako fino ad arrivare a Roghudi e poi a Gallicianò, il paese più grecofono della Calabria.

Il nostro viaggio parte proprio dalla capitale della Calabria Greca, Bova. Situata ad 820 metri d'altitudine, Bova è considerato il centro principale dell'area Grecanica ed è inserito nella rete dei Borghi più belli d'Italia oltre ad avere il riconoscimento di bandiera arancione. Tra i monumenti più importanti da vedere ci sono la Cattedrale di Santa Maria dell’Isodia e la Chiesa di San Leo. Immancabile anche la visita al Museo della lingua greco-calabra Gerhard Rohlfs. A Bova c'è Andrea Laurenzano, guida ufficiale del Parco Nazionale d'Aspromonte. Sulle tracce di Edward Lear, il viaggiatore inglese che si innamorò della Calabria percorrendo la provincia di Reggio Calabria scovando bellezze che ha poi raccontato nella sua raccolta "Il diario di un viaggio a piedi", c'è oggi proprio lui: Andrea Laurenzano, escursionista di Bova che sta valorizzando e promuovendo questi meravigliosi luoghi nel cuore della Calabria Grecanica. E tra questi c'è il Sentiero dell'Inglese.

Da Bova risalendo verso il Monte Grosso, ecco il Passo della Zita. Un luogo intriso di leggende dal quale si può scorgere dall'altro lato del crinale (lungo la fiumara dell'Amendolea) Roccaforte del Greco, Gallicianò e anche Pentedattilo. E' la strada che porta nel cuore dell'area Grecanica, che ci porta alla Rocca del Drako e alle Caldaie del Latte. Luoghi magici, luoghi simboli del Geoparco raccontati dalle guide che hanno impreziosito questo nostro viaggio in Aspromonte: Sabine Ment e, come già avvenuto nel corso della prima puntata, Demi D'Arrigo di Aspromonte Wild. Da qui si scende ancora e si arriva nei pressi di Roghudi dove arrivati al ponte sul torrente Furria scendiamo giù per raccontare come nel cuore dell'Aspromonte si possa praticare sport, si possa godere delle bellezze naturali che contraddistinguono un territorio così incontaminato. Ecco allora che scopriamo la pratica del canyoning immergendoci nelle "vasche" del Furria dove ci si può fare un bagno, dove ci si può tuffare e scivolare praticando sport in sicurezza grazie all'esperienza accumulata negli anni da guide esperte come in questo caso, proprio Demi D'Arrigo. Poco più avanti, ecco il borgo "fantasma" di Roghudi vecchio, il paese disabitato che ancora oggi è capace di emozionare coloro che arrivano e si affacciano su questa terrazza affacciata sull'Amendolea in un paesaggio fiabesco che ti lascia ad occhi aperti. Roghudi, dove ancora giace forte il ricordo di Leone Pangallo, l'ultimo abitante del borgo spazzato via dalle devastanti alluvioni del 1971 e 1973. E ancora, proseguendo da Roghudi si risale verso Roccaforte del Greco e si scende verso Gallicianò terminando una sorta di circumnavigazione nel cuore dell'area grecanica. Borgo di 30-40 anime, Gallicianò (frazione del comune di Condofuri) è il simbolo della Calabria Greca. Un posto impossibile da non esplorare adagiato sulla montagna a 621 metri d'altezza. E' l'unico borgo tuttora interamente ellenofono, anche se il greco di Calabria anche qui permane utilizzato in un ambiente sempre più esclusivamente domestico. Gallicianò è nota in tutta l'area per l'alta conservatività delle tradizioni grecaniche, non solo in ambito linguistico ma anche musicale, gastronomico e rituale. Nel X secolo d.C., appena dopo la fondazione dello stato Bulgaro, la città Bizantina di Καλλικόν (Callicòn), fondata dai romani nel I secolo a.C. come Callicum(l’attuale Kilkìs, che si trova nella Macedonia, in Grecia) viene attaccata e saccheggiata dai Bulgari. Allora diversi suoi abitanti decidono di trasferirsi in Calabria, che all’epoca era un Tema Bizantino, fondando cosi la cittadina Γαλλικιάνο – Galliciano. In pochi metri a Gallicianò è possibile visitare la chiesa cattolica di San Giovanni, una meravigliosa chiesetta ortodossa, un piccolo anfiteatro, la fontana dell'amore e il museo etnografico. Un viaggio intenso nel borgo reso speciale dall'incontro con l'architetto Domenico Nucera, meglio conosciuto come "Mimmo l'Artista", che ci ha accompagnato nel cuore della Calabria ellefona tra anedotti, storia e curiosità.

 

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