Giornata europea contro la Tratta. A Reggio "Doppio Sguardo, lo sfruttamento delle donne nigeriane"
L’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria ha ospitato, presso l’Aula Magna dell’Ateneo la presentazione del volume edito da Maggioli “Doppio Sguardo. La tratta delle donne nigeriane per sfruttamento sessuale attraverso i dati dei servizi sociali dedicati della Regione Calabria”. Il seminario organizzato dalla Piccola Opera Papa Giovanni, ente capofila del progetto IN.C.I.P.I.T., in occasione della Sedicesima Giornata Europea contro la tratta di esseri umani, rappresenta un’occasione per sensibilizzare la cittadinanza e le Istituzioni sull’importanza della lotta alla tratta e della protezione delle persone vittima di grave sfruttamento.
La Giornata, istituita nel 2006 dalla Commissione Europea, costituisce altresì un’occasione per fermarsi a riflettere su di un fenomeno che, da ormai molti anni, lambisce in maniera più o meno grave tutti gli Stati facenti parte dell’Unione Europea. Come testimoniano i dati raccolti dalle Istituzioni preposte, sono decine di migliaia le persone identificate quali vittime di tratta a scopo di grave sfruttamento. Ogni anno giovani donne, uomini, persone transessuali e minorenni vengono reclutati da organizzazioni criminali transnazionali per essere sfruttati nell’ambito della prostituzione, del lavoro gravemente sfruttato, dell’accattonaggio e delle economie criminali forzate (spaccio e furti), dei matrimoni forzati e del traffico di organi.
Quello della tratta di esseri umani, oltre a rappresentare una violazione dei basilari diritti umani, è un fenomeno complesso in costante evoluzione: per essere contrastato in maniera efficace risultano di fondamentale rilevanza gli interventi multi-agenzia e la cooperazione tra le varie Istituzioni.
Abbiamo approfondito della tematica insieme all'avvocato Lucia Lipari (Piccola Opera Papa Giovanni, ente capofila del progetto IN.C.I.P.I.T.) "Il progetto IN.C.I.P.I.T. ha portato avanti una pubblicazione scientifica dal titolo "Doppio Sguardo" che mappa e fotografa la tratta per grave sfruttamento sessuale delle donne nigeriane. Un volume scritto a più voci dagli operatori che sul campo incontrano queste donne e le seguono. Un fenomeno molto complesso e poco battuto dai media. Mi sono occupata - ha sottolineato la Lipari - nel terzo capitolo del tema "Rumors migrantis" perchè volevo indicare il fatto che rispetto alla rappresentazione che danno i media dei migranti, la notizia degrada in diceria, in chiacchera. Lo spaccato che ne è emerso dall'indagine è impietoso dal momento che la rappresentazione dei migranti data dai media non fa altro che incidere negativamente sull'immagine legata ai flussi migratori. L'informazione sul fenomeno migratorio connota indiscutibilmente l'insicurezza e l'emergenza nazionale, si fa in maniera tale che strumentalmente per certi aspetti il tema venga strumentalizzato anche negli speach dei politici o soffiando sul fuoco degli umori popolari. Dobbiamo tenere in considerazione che i migranti fino al 2020 (fino all'arrivo della pandemia) sono i protagonisti della notizia senza essere mai i destinatari e i fruitori della stessa. Rispetto al lessico e alle cronache xenofobe cui assistiamo, c'è una disparità di trattamento rispetto al lessico utilizzato per le donne e gli uomini. Mentre le donne vengono ascritte e apostrofate come prostitute, per gli uomini si utilizza un lessico più indulgente. Il punto di vista delle donne e degli uomini migranti non può essere taciuto, i media hanno un ruolo decisivo e sono vettori del trasformismo di un determinato evento e concorrono a formare l'opinione pubblica, la negoziazione dei significati e delle opinioni. L'auspicio è che possano esserci sempre maggiori media culturali con finalità di servizio pubblico e di utilità sociale e sanitaria. Dobbiamo renderci conto che l'immediatezza della notizia fa sì che lì covi l'inganno della comunicazione. Il linguaggio d'odio e le fake news vanno destrutturati: è un ruolo indispensabile che spetta alla società civile nel momento in cui si approccia ad una notizia ed ai mezzi d'informazione che hanno un ruolo fondamentale. Non si può non tenere in considerazione - come diceva Camus - e osservare le cose affinché si possa ridurre la sofferenza e il dolore che ci sono nel mondo. Sotto questo punto di vista le breaking news celano delle insidie e approfondire le storie delle vittime di tratta è fondamentale. Per questo motivo - conclude Lucia Lipari - mi vengono in mente le parole di Enzo Biagi che ritiene il giornalismo importante, di utilità sociale, come i trasporti pubblici e gli acquedotti. Biagi sosteneva che non doveva essere mandata dell'acqua inquinata a casa dei lettori: nel caso specifico il giornalista si deve porre come un ambasciatore di bene".