Una decina di avvocati di Lamezia Terme sono saliti sul tetto del palazzo di giustizia per protestare contro il taglio dei tribunali deciso dal Consiglio dei ministri, tra i quali quello lametino. Dopo avere raggiunto il tetto, gli avvocati hanno esposto due striscioni. Su uno c'é scritto "Se il tribunale chiude la giustizia e Lamezia muoiono", mentre sull'altro c'é la frase "giù le mani dal tribunale, giù le mani da Lamezia".
"Le scelte compiute dal Governo, seppure giustificate dai ministri e dallo stesso Presidente del Consiglio con l'obiettivo di una estesa e radicale riorganizzazione dello Stato e delle sue articolazioni, rappresentano - soprattutto per la Calabria - un errore di metodo, di sostanza, di prospettiva". Lo afferma in una nota il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Gianpaolo Chiappetta. "Di metodo, perché tagliare - aggiunge - avendo come unico riferimento la fredda logica di requisiti numerici può forse dare l'impressione dell'oggettività ma - nei fatti - determina evidenti illogicità. Di sostanza perché in alcune aree del Paese - come la nostra regione - lo Stato non deve solo riorganizzarsi ma soprattutto estendere una presenza che è stata per tanto tempo minima oltre che inefficiente ed inefficace. Di prospettiva perché non vengono colte - al di là delle possibili ricadute economiche in termini di risparmio - le conseguenze sociali determinate da una scelta di chiusura e arretramento; giustificare le opinioni contrarie tirando in ballo i semplici localismi è francamene argomentazione miope. Chiudere quattro tribunali in Calabria è un evidente paradosso, per ciascuna delle strutture calabresi - indicate come realtà da chiudere - esistono ragioni che inducono a ritenere come più corretta, più giusta, più necessaria la scelta di mantenerle in vita ed operative". "Il consiglio regionale - conclude - ha l'obbligo morale, civile e politico nei confronti dei cittadini calabresi che rappresenta di manifestare la propria forte contrarietà rispetto ai provvedimenti assunti dal Governo". *** "Il decreto del Governo, per quanto riguarda la riorganizzazione dei tribunali in Calabria, desta una fortissima preoccupazione". Lo afferma in una nota il commissario del Pd in Calabria, Alfredo D'Attorre. "Per ragioni - aggiunge - che dovranno essere chiarite non si è tenuto conto della specificità della situazione calabrese. Questo limite deve assolutamente essere corretto in sede di conversione parlamentare del decreto individuando, sulla base di criteri e di parametri assolutamente oggettivi, le sedi giudiziarie per le quali la decisione deve essere rivista. Ci auguriamo che su questo si possa determinare una collaborazione responsabile delle forze politiche e delle istituzioni locali calabresi, a partire dalla Regione, affinché il Governo e il Parlamento possano rivedere le scelte contenute nel decreto sulla base di una valutazione di dati oggettivi". ***"La chiusura di uno di essi sarebbe stata una sconfitta. Cancellarne quattro come Castrovillari, Rossano, Paola e Lamezia Terme, peraltro tutti in zone ad alta densità criminale, è ben più d'una battaglia persa: è una Caporetto". Lo afferma in una nota il vicecapogruppo dell'Udc in Consiglio regionale, Gianluca Gallo. "Il risultato - aggiunge - che si determinerà per effetto delle scelte del Governo Monti sarà abnorme. In provincia di Cosenza esisterà nei fatti un solo presidio giudiziario: con le strade e i collegamenti automobilistici e ferroviari che ci sono, e con la contestuale soppressione degli uffici del giudice di pace e delle sezioni staccate, chi garantirà i diritti dei cittadini di paesi come Rocca Imperiale o San Nicola Arcella, ad esempio, che distano dalla città capoluogo di provincia quasi due ore d'auto? I cittadini saranno portati a rinunciare alla giustizia, a tutto vantaggio dell'illegalità. Paradossale è anche la previsione per cui, qualora il tribunale accorpante non sia strutturalmente nelle condizioni di far fronte all'arrivo di cause, fascicoli e avvocati dai tribunali soppressi, lo stesso possa avvalersi per cinque anni delle strutture periferiche nel frattempo private di autonomia: se una logica anima questa presunta riforma, comprenderla riesce difficile. Quella dei tagli alla giustizia è una scelta alla quale non si può assistere passivamente: per questo chiediamo con forza a tutti i parlamentari calabresi di far valere le ragioni della loro terra e dei loro concittadini e di adoperarsi con fermezza e urgenza perché il Governo prenda in considerazione la possibilità di autorizzare il mantenimento in deroga dell'autonomia di tutti i Tribunali e delle Procure calabresi". *** "Lo spending review, che il Governo vuole attuare per tagliare la spesa pubblica, prevede anche la chiusura di alcuni tribunali calabresi tra cui quelli di Castrovillari, Paola e Rossano, nella Provincia di Cosenza".E' quanto scritto in una nota del coordinamento provinciale di Futuro e Libertà di Cosenza. "In considerazione - prosegue la nota - della vastità del territorio della nostra Provincia, che la rende grande quanto una Regione, oltre che per la difficoltà oggettiva di spostamento dovuta alle pessime infrastrutture viarie che devono collegare territori spesso impervi e montuosi, della storica presenza di tribunali ove si avvicina il cittadino allo Stato nelle istanze di giustizia, della presenza purtroppo della criminalità organizzata piu" pericolosa d'Italia, insomma di tante ragioni che, messe insieme ne rendono illegittima la chiusura, è nettamente contrario alla soppressione dei tribunali in Provincia di Cosenza. Pertanto chiede all'On. Giulia Bongiorno, Presidente della seconda Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, e all'On. Angela Napoli componente della seconda Commisione Giustizia della Camera dei Deputati nonché Coordinatrice regionale di Fli, di lottare contro la chiusura dei presidi di legalità della Provincia di Cosenza".(ANSA).
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