“Un sepolto vivo dimenticato e abbandonato da tutti. Completamente rimosso come se non fosse mai esistito. Nei suoi confronti è in atto un vero e proprio accanimento giudiziario”. Cosi Franco Corbelli definisce la situazione del consigliere regionale Franco Morelli, in carcere a Milano da otto mesi e mezzo perché coinvolto in una inchiesta della DDA milanese sulla ndrangheta. Corbelli lancia un appello perché si intervenga prima che sia troppo tardi. Morelli è molto provato, abbattuto moralmente, magrissimo, invecchiato di colpo, irriconoscibile. Continua a sorreggerlo solo la sua grande fede. “Perché - chiede il leader di Diritti Civili - l’esponente politico continua ancora, a distanza di quasi un anno, a rimanere in carcere visto che ad aprile è iniziato il processo e non c’è più nessuna ragione che giustifichi la carcerazione preventiva: né reiterazione del reato, né inquinamento delle prove e neppure pericolo di fuga”? Corbelli parla di “ingiusto accanimento giudiziario” contro Morelli e si dice “fortemente e seriamente preoccupato per le gravi, drammatiche conseguenze che l’arresto e la lunga, ingiusta e ingiustificata, carcerazione preventiva possano avere sul suo stato di salute Pur confermando pieno rispetto per il magistrato Ilda Boccassini e il gip Giuseppe Gennari e per il loro operato il leader di Diritti Civili ritiene ingiustificata questa lunga detenzione e si dice sorpreso per il silenzio assordante calato su questa vicenda e per l’indifferenza di tanti pseudo garantisti.