I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Cosenza hanno preso in consegna il leone di bronzo trovato al largo della costa di Africo. Il reperto archeologico è stato poi portato alla soprintendenza ai beni archeologici della Calabria, che dovrà effettuare gli accertamenti. Nel corso della mattinata i carabinieri hanno sentito i tre sub che hanno ritrovato il leone in bronzo e che hanno avvistato altri reperti a duecento metri di distanza. Nella zona in cui è stato ritrovato il leone di bronzo uno dei tre sub, Bruno Bruzzaniti, ha raccontato di aver visto la punta di una nave che poi è stata coperta dalla sabbia per effetto della marea. A duecento metri di distanza c'é stato un secondo avvistamento di reperti. Inizialmente si pensava ad una armatura, ma, sulla base di altri accertamenti, non si esclude che si tratti di una statua. Sul leone di bronzo saranno avviati a breve gli accertamenti tecnici per stabilirne la provenienza e l'epoca.
Da domani mattina i carabinieri del gruppo sommozzatori di Messina inizieranno l'ispezione dell'area della scogliera di Capo Bruzzano, al largo della costa jonica calabrese, tra Africo e Bianco, dove è stato trovato il leone di bronzo e sono stati avvistati una statua ed una nave. I sommozzatori arriveranno in zona già in serata ed avranno la possibilità di visionare le immagini registrate nei primi sopralluoghi effettuati oggi pomeriggio. I tre sub che hanno trovato il leone di bronzo hanno accompagnato sul posto i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico, che a loro volta si sono immersi in acqua per la prima ispezione. Le verifiche in mare dei sommozzatori dei carabinieri inizieranno domani di prima mattina. L'area è costantemente controllata da una motovedetta della Capitaneria di porto di Reggio Calabria.
I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Cosenza hanno avviato una indagine sul ritrovamento al largo di Capo Zeffirio dell'effige di un leone in bronzo e di un'armatura in bronzo ed in rame. Il comandante del nucleo patrimonio artistico, capitano Raffaele Giovinazzo, stamane si è recato ad Africo per incontrare le due persone che hanno ritrovato i reperti ai quali chiederà di ricostruire tutto l'accaduto.
A ritrovare gli oggetti sono stati dei sub in vacanza sulla costa ionica. I carabinieri accerteranno anche dove sono custoditi attualmente gli oggetti e le procedure per la segnalazione alla soprintendenza dei beni archeologici dell'avvenuto ritrovamento. "Allo stato attuale - ha detto la soprintendente ai beni archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi - non ho ancora avuto modo di poter visionare gli oggetti rinvenuti. Non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale circa il ritrovamento. Ho saputo che i carabinieri hanno avviato un'indagine e quindi attendiamo gli esiti".
"Certo è che ci sono delle presunte irregolarità - ha aggiunto - di tutta la procedura. Pare infatti che il ritrovamento sia avvenuto il 16 agosto e non si sia ottemperato all'obbligo di informare le autorità entro le 24 ore successive. Insomma ci sono una serie di elementi che vanno approfonditi e chiariti. Ed è per questo che i carabinieri hanno avviato l'indagine".
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Il Mar Ionio sembra aver “restituito” due reperti archeologici, il cui valore deve però ancora essere vagliato. Ma quanto scorto da tre sub del luogo, nelle acque tra i Comuni di Africo e Bianco, potrebbe costituire una scoperta di rilevante interesse. E il pensiero corre inevitabilmente al ritrovamento, quarant’anni fa, dei Bronzi di Riace. A essere stato recuperato, per ora, è un pannello in bronzo raffigurante una testa di leone (peso 15 kg circa), mentre incastrata fra gli scogli di Capo Bruzzano sarebbe stata avvistata un’armatura. Secondo quanto riferito da un periodico ionico – notizia ripresa anche dall’Agi – il fondale «appare tappezzato da cocci multicolori». La Soprintendenza per i Beni archeologici e il Nucleo per la tutela del patrimonio artistico dell’Arma dei carabinieri hanno appreso del ritrovamento solamente nella giornata di ieri. A fare la mirabolante scoperta sono stati tre sub del luogo: Leo Morabito, Bruno Bruzzaniti e Bartolo Priolo.
La capitaneria di Porto di Reggio Calabria ha disposto il divieto di balneazione, navigazione e di pesca nel tratto di mare antistante Capo Bruzzano posta tra Bruzzano Zeffirio ed Africo. Il provvedimento é stato deciso dopo che è stata segnalata la presenza di reperti archeologici. Nell'ordinanza dalla Capitaneria di Porto si dispone che il divieto è con "effetto immediato e per un raggio di 500 metri". L'ordinanza è stata emessa dopo che il sub Bruno Bruzzaniti ha segnalato la presenza di "reperti archeologici presenti sul fondale marino. Si ritiene necessario - prosegue l'ordinanza - disciplinare le attività marittime nella zona di mare oggetto della segnalazione al fine di pervenire e tutelare i beni archeologici presenti sul sito".
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