Il collaboratore Antonino Lo Giudice, conosciuto con il nomignolo “Nino il nano” per la sua statura piuttosto limitata, ha avviato il suo percorso di collaborazione con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dal mese di ottobre 2010. Dalle due dichiarazioni è scaturita un’inchiesta al clan di famiglia.
Il manoscritto Un foglio di carta, vergato a mano, con una serie di appunti sui componenti il clan di ‘ndrangheta di Santa Caterina, la cosca mafiosa di cui proprio lo stesso Antonino Lo Giudice è stato il capo. Di ognuno, nell’elenco compaiono diciannove nominativi, accanto alle generalità il grado nelle ‘ndrine.
L'elenco Giuseppe Lo Giudice (di Antonio) “camorrista”; Giuseppe Lo Giudice (di Pietro) “Picciotto”; Giovanni e Domenico Lo Giudice sono contrassegnati da un punto interrogativo; Domenico Lo Giudice (di Vincenzo) “Camorrista”; Giuseppe Vilanni “Santa”; Consolato Villani “Vangelo”; Fortunato Pennestrì “Camorrista”; Salvatore Pennestrì
“Picciotto”; Bruno Suilo “Vangelo”; Giuseppe Reliquato “Vangelo”; Domenico Gangemi “Camorrista”; Giuseppe Grenzi “Picciotto”; Giuseppe Spinelli “Picciotto”; Pasquale Borghi “Camorrista”; Guglielmo Telli “Camorrista”; Luciano Lo Giudice “Picciotto”.
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