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Appalti nelle mani dei clan, a giudizio 20 persone

L'interno dell'aula bunker di Reggio durante la deposizione di un pentito

Al via oggi nell’aula bunker del Tribunale, l’udienza preliminare del processo “Bellu Lavuru 2”, l’inchiesta che ha fatto luce sugli appalti pubblici, strade e scuole innanzitutto, che si accaparravano le cosche della ’ndrangheta. Davanti al gup Cinzia Barillà si sono costituite le parti, con l’accusa che sarà rappresentata dal sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Lombardo. Un’udienza tecnica quella di ieri, che ha registrato la costituzioni di parte civile delle parti offese, la Provincia di Reggio Calabria, i comuni di Africo, Palizzi e Bovalino, e la società Anas. Ancora da definire la strategia difensiva degli indagati, anche se la sensazione che trapelava dai banchi delle difese è che si proseguirà il processo con il rito ordinario.
L'operazione "Bellu Lavuru 2" ha portato in Tribunale un gruppo di venti persone che operavano, secondo la tesi della Dda, nell’orbita delle cosche di ’ndrangheta della fascia jonica reggina, tra i comuni di Bova marina, Palizzi ed Africo. Personaggi che a vario titolo erano riconducibili a Peppe Morabito "u tiradrittu", intramontabile padrino di Africo, ed al cartello criminale formato dai “Bruzzaniti-Palamara”, “Maisano”, “Rodà”, “Vadalà”, “Talia”. Tra gli indagati anche dirigenti, funzionari e capo cantieri delle società Anas e Condotte.

 

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