Per i magistrati della Distrettuale antimafia Bruno Bova, di professione consulente aziendale, non incarna la figura dello stratega politico dedito esclusivamente al bene comune della città di Ardore. Sarebbe invece l’esponente politico di riferimento dell’ipotizzato sodalizio criminoso riconducibile alla struttura ndranghetistica denominata “Corona”. Il 55enne Bova, quindi, avrebbe rivestito un ruolo centrale all’interno del gruppo capeggiato da Vincenzo Melia, ardorese anche lui, ritenuto “capo corona”, ovvero il presunto leader della nuova struttura che, secondo la tesi degli investigatori dei carabinieri del Gruppo Locri, sovrintendeva a cinque comuni della Locride, che per collocazione geografico formano appunto una sorta di corona intorno alla cittadina jonoca, più precisamente Antonimina, Ardore, Canolo, Ciminà e Cirella di Platì.
I particolari nell'articolo che trovate sul nostro giornale
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