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Uccise il cognato,
condannato

Quattordici anni e due mesi di carcere per aver ucciso il cognato. Condanna confermata in Corte d’Assise d'Appello per Giuseppe Schepisi, l’agente di commercio autore dell’omicidio di Vincenzo Calarco, militare della Guardia di Finanza in pensione. I giudici d’Appello (presidente Bruno Finocchiaro, a latere Gabriella Cappello) hanno riconosciuto «la non premeditazione nell’agguato» ma hanno disatteso l’accorata richiesta della difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Michele Priolo e Christian Vincenzo Siclari, che nel corso dell’arringa avevano invocato anche la concessione delle attenuanti generiche per la dinamica e il movente dell’omicidio, oltre all’incensuratezza dell’imputato.
La Corte d'Assise ha quindi accolto, in pieno, la richiesta della pubblica accusa, rappresentata ieri in aula dal procuratore generale Salvatore Di Landro, le cui conclusioni sono state condivide dai difensori di parte civile, gli avvocati Vincenzina Leone e Salvatore Postorino.
L’omicidio di Vincenzo Calarco risale al 26 novembre 2010, una mattina di due anni fa. Fu lo stesso autore a confessare tutto ai carabinieri della Stazione “Rione Modena”, consegnando la pistola usata per uccidere il cognato e ammettendo ogni responsabilità.

 

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