Quello della cosca Bellocco di Rosarno è senz’altro il volto della ’ndrangheta imprenditrice che emerge nelle carte dell’inchiesta “Blue call”, l’inchiesta sull’asse Calabria-
Lombardia che ha portato in carcere 23 persone. Una strategia criminale che viene rimarcata dal gip di Milano, Giuseppe Gennari, in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a sua firma che ha colpito al cuore la ’ndrina della Piana di Gioia Tauro: «Il controllo da assumere del complesso aziendale “Blue call” è un fatto di notevole valore per la cosca Bellocco. È un fatto che rimpingua le casse degli associati, dà prestigio alla famiglia e può anche creare consenso sociale attraverso le assunzioni lavorative». Mafiosi e imprenditori di Rosarno. Accanto al business del call center Umberto Bellocco, il rampollo della cosca di ’ndrangheta di Rosarno, puntava ad inserire nel ricco settore dei videogiochi nel solco della tradizione che vuole imprenditori in odor di mafia originari di Reggio Calabria che monopolizzano il settore. Un’idea, e un progetto, che lo stesso Umberto Bellocco il 18 gennaio 2012, parlando al telefonino annuncia «che sta per rilevare una sala con 250 mq di superficie e 60 posti auto sotterranei dove poter piazzare fino a 52 slot machine»
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