Hanno perso la fiducia nelle istituzioni. Troppe promesse vane, troppi impegni assunti e mai rispettati, nella costante speranza di poter percepire gli stipendi delle due mensilità che ancora aspettano. La pazienza dei dipendenti dell’Atam è arrivata al capolinea. Hanno scelto di incrociare le braccia, una decisione, dicono i sindacati, maturata autonomamente dai lavoratori. Ieri a sorpresa il servizio di trasporto pubblico non è stato garantito e non si sa quando gli autobus ricominceranno le loro corse.
«Se non arrivano segnali concreti – dice qualcuno dei lavoratori – noi andiamo avanti ad oltranza con lo sciopero». Sono disperati. Sono arrabbiati e senza una prospettiva sul futuro. «Come si fa a pensare che la crisi di liquidità dovrà andare avanti fino al 3 gennaio. Mesi e mesi senza stipendi e con le feste in mezzo. Non è pensabile. La Regione ha trovato 120 milioni di euro per Trenitalia, le risorse per noi a confronto sono spiccioli» commenta qualcuno dei lavoratori. «Questa volta non ci acconteremo delle solite promesse».
Questa forma di scetticismo da parte dei lavoratori non è proprio campata in aria. Poggia sulle delusioni. Le ultime ricorda Pasquale Laganà, segretario della Filt-Cgil «il 5 di questo mese era stato sottoscritto un accordo con i vertici della Regione. Accordo sottoscritto dal governatore Scopelliti, dall’assessore ai trasporti Luigi Fedele con cui si prevedeva la liquidazione del consuntivo 2012». Un impegno che prevedeva una precisa tabella di marcia. «Ma a distanza di un paio di giorni si è rimesso tutto in discussione, riducendo solo ad un terzo le risorse da destinare all’Atam».
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