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Così spadroneggiava il clan degli "zingari"

Il tribunale di Locri

Colpito e sgominato il “clan degli zingari”, un gruppo criminale autonomo che per molto tempo era riuscito, tra Ardore e Bovalino, a stendere il proprio controllo sul territorio e seminare il terrore tra piccoli imprenditori, commercianti e gente comune. E nelle maglie dell’operazione coordinata dalla Procura di Locri e compiuta dalla Polizia di Stato del commissariato di Bovalino diretto dal vicequestore aggiunto, Giovanni Arcidiacono, è finita pure una funzionaria dei servizi sociali (già arrestata il 6 novembre scorso dalla Polizia poiché beccata mentre intascava una “mazzetta” nella Piana di Gioia Tauro), Maria Grazia Galletta,  53 anni, originaria di Marina di Gioiosa, in servizio all’Ufficio esecuzioni penali di Reggio Calabria, da tempo già nel mirino degli investigatori per le sue frequentazioni poco chiare.
È stata battezzata “Peronospora” (come il parassita dei vitigni) l’inchiesta del Commissariato di Bovalino e della Squadra Mobile di Reggio che ieri mattina ha condotto a 5 arresti e 11 indagati. La relativa ordinanza è stata emessa, su richiesta del pm di Locri, Rosanna Sgueglia, dal gip del Tribunale locrese.  A carico degli arrestati e degli indagati figurano, a vario titolo, numerosi reati: compravendita di sostanze stupefacenti, spendita di denaro contraffatto, corruzione, furti, riciclaggio, ricettazione, danneggiamento, detenzione e porto abusivo d’arma da fuoco, traffico clandestino di armi e intimidazioni e richieste estorsive ai danni di imprenditori e commercianti.  Un ruolo di vertice, nell’inchiesta è stato assegnato anche a  lboss e capo della “cosca degli zingari” di Bovalino, Nicola Berlingeri, 47 anni, assassinato in un’imboscata mafiosa in una campagna situata tra Bovalino e Ardore il primo aprile scorso.

 

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