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Armi, appalti e droga,
sentenza ribaltata

vincenzo gullì

 Quattordici condanne, con forti sconti di pena, rispetto al giudizio di primo grado, per quasi tutti gli imputati. E 13 assoluzioni. Giunto a definizione, il processo di appello scaturito dall’operazione “Nuovo Potere”, celebrato con il rito abbreviato, ha “ridimensionato” il castello accusatorio su cui era stata poggiata l’inchiesta antimafia che nel mese di gennaio del 2010 aveva visto finire in manette ventidue persone (a due era stato concesso il beneficio dei domiciliari, mentre una quarantina erano state le denunce a piede libero), sospettate di essere contigue alle cosche dominanti nei territori di Roghudi e Roccaforte del Greco. La sentenza della seconda sezione penale della Corte d’appello di Reggio (Gaeta presidente, Bandiera e Costabile giudici), presente il procuratore generale Francesco Mollace, è stata letta in aula nella tarda mattinata di ieri. Queste le decisioni. Condannati (tra parentesi la condanna in primo grado): Domenico Carmelo Iaria 8 anni e 2 mesi (12 anni e 6 mesi), Agostino Palamara 4 anni e 8 mesi (6 anni e 8 mesi), Giovanni Pangallo 6 anni e 8 mesi (10 anni), Francesco Pangallo classe 75, 9 anni (13 anni), Domenico Proscenio 5 anni (7 anni e 6 mesi), Pietro Verno 6 anni e 8 mesi (10 anni), Vittorio Verno 4 anni e 8 mesi (7 anni e 6 mesi), Francesco Pangallo, classe 1974, 1 anno (4 anni e 8 mesi), Antonio Pannuti 1 anno e 140 euro di multa (3 anni e 4 mesi), Teodoro Spanò 2 anni (9 anni). Andrea Pasquale Mesiano, 8 mesi e 400 euro di multa (in primo grado era stato assolto). Condanna confermata per Mario Attinà 2 anni e 8 mesi, Massimo Gambello 1 anno e 4 mesi e per il collaboratore di giustizia Carlo Mesiano 1 anno e 8 mesi. Sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto: Domenico Attinà (7 anni), Vincenzo Gullì (12 anni), Massimo Idà (6 anni e 8 mesi), Annunziato Iaria (6 anni e 8 mesi), Carmelo Rocco Iaria (6 anni e 8 mesi), Domenico Pangallo (7 anni), Bruno Pizzi (3 anni e 4 mesi), Arnaldo Proscenio (6 anni e 8 mesi), Francesco Romeo (3 anni e 4 mesi), Girolamo Romeo (3 anni e 4 mesi), Vincenzo Pasquale Ivan Romeo (6 anni e 8 mesi), Filippo Stelitano (12 anni), Natale Tripodi (6 anni e 8 mesi). Contestualmente è stata disposta la scarcerazione di Massimo Idà, Vincenzo Gullì (difeso dagli avvocati Pietro Catanoso ed Ettore Aversano), Teodoro Spanò e Arnaldo Proscenio. La Corte d’appello, considerata la condanna alla pena di 1 anno e 600 euro di multa inflitta a Francesco Pangallo (classe 74) e la concessione del beneficio della sospensione della pena, ha dichiarato cessata l’efficacia della misura cautelare della custodia in carcere, disponendo l’immediata scarcerazione dello stesso.

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