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«Aiutatemi, sto
perdendo i miei figli»

Si dice pronta a incatenarsi all’ingresso del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria per ottenere la possibilità di stare insieme ai suoi due bambini, dati dal magistrato a una famiglia affidataria. La donna, che chiameremo Grazia per tutelare la privacy dei minori, ha consegnato al cronista una storia di tristezza e abbandono, di quei figli che non ha mai smesso di chiamare «angeli », e che hanno poco più di dieci anni, la cui foto con tenerezza ha stretto al petto per tutto il tempo trascorso a raccontare un passato da far rizzare i capelli. I due ragazzi sono nati dal matrimonio contratto con un uomo che oggi si trova detenuto in un carcere della Sicilia, condannato da una sentenza passata in giudicato, ad oltre 20 anni di reclusione per omicidio. L’uomo continua a scrivere dalla casa circondariale alla madre dei suoi figli, che non ha potuto vedere perché fino a qualche tempo fa gli era stata tolta la patria podestà, chiedendole di tenerli con sé, di accudirli e volergli bene. Ma Grazia dopo l’arresto del marito è caduta in depressione, e i figli le sono stati tolti dagli assistenti sociali e assegnati ad una famiglia. «Ho scoperto che li avevano trasferiti dalla casa famiglia di Catona solo dopo tanto tempo – ha raccontato la donna – e solo perché si è interessata la polizia che mi ha visto piangere davanti a quello che credevo fosse ancora l’istituto che ospitava i miei due angeli che non potevo vedere». La donna racconta di essere riuscita a superare problemi di alcolismo grazie al pensiero di dover rivedere i propri figli, e di aver volutamente abbandonato l’abitazione dei genitori, anche perché ha tenuto in considerazione i suggerimenti degli assistenti sociali, che le hanno consigliato di trovarsi un lavoro e un’a b i t azione confacente per ospitare i figli, in occasione degli incontri settimanali o quindicinali che le sarebbero toccati. «Ho fatto di tutto per poter ottenere un lavoro onesto e una casa dignitosa», dice Grazia, che oggi lavora come stagionale nel settore agricolo, e abita in un appartamento che si presenta pulito e ben arredato, tra Bovalino e Bianco. Dopo una serie di vicende Grazia ottiene di poter vedere i suoi ragazzi e stare con loro alcuni giorni nel corso dell’a nno, in particolare durante le festività natalizie e pasquali, nonché nel periodo estivo. Tutto questo, però, dura fino all’agosto del 2010. «Dopo quella volta – racconta ancora – non mi è stato più consentito di tenerli a casa mia anche se per pochi giorni e l’unica possibilità accordatami è stata quella di vederli presso un consultorio. Ho protestato in diverse occasioni, perché la famiglia affidataria mi concede di poter stare con i miei due angeli solo in luoghi pubblici, al chiuso, e nonostante ciò mi sento seguita ad ogni passo che faccio insieme a loro ». Grazia afferma che «negli ultimi mesi sono successe cose strane». Una su tutte la preoccupa particolarmente: uno dei due bambini è visibilmente aumentato di peso: «Credo sia a circa 90 chili – dice – che per un ragazzo è assolutamente fuori da ogni logica, visto che mi è sembrato sia ingrossato dalla testa fino alla pancia; sono davvero preoccupata e non comprendo il motivo per il quale nessuno, in particolare la famiglia affidataria, mi vuole dire che cosa gli sta succedendo ». Ma di “stranezze” la donna ne avrebbe notato altre: «Non ho capito poi gli strani comportamenti tenuti dai miei figli negli ultimi mesi – ha sottolineato – vorrei davvero avere compiutamente la possibilità di parlare con loro, che a volte mi sembrano allontanarsi da me. Non vorrei che sotto quegli atteggiamenti si nascondesse un tentativo di sottrarmeli. Se ciò dovesse accadere sarei capace di impazzire ». «Li voglio vedere e stare con loro almeno ogni quindici giorni – conclude Grazia con le lacrime agli occhi, a scorrere sulla foto di un lontano Natale – perché sono i miei angeli e se non mi verrà consentito di farlo sono pronta a incatenarmi davanti al Tribunale dei Minori».

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