
Una città che ha sete di lavoro. Reggio chiude il 2012 con un bilancio non proprio lusinghiero anche sul versante dell’occupazione. Oltre ottocento posti di lavoro sono andati in fumo, un numero che in una realtà economicamente fragile come quella reggina cristallizza la portata di un trend preoccupante. Da Azienda Calabria Lavoro ente strumentale della Regione, guidato da Pasquale Melissari, passano tutti i movimenti che vengono compiuti sul mercato del lavoro. Il fermo immagine che si è registrato a fine anno sul territorio provinciale conta 630 assunzioni in meno (327 uomini e 303 donne), mentre i rapporti di lavoro cessati risultano essere inferiori al 2011 (2697 dell’anno appena trascorso contro i 3549 licenziamenti del 2011) per ben 842 unità. «Il saldo tra nuove assunzioni e licenziamenti nel 2012 è negativo in quanto nell’ultimo anno 778 persone hanno perso il posto di lavoro. Ciò significa – spiega Pasquale Melissari – che non sono non si assume rispetto al 2011 ma che si cessano i rapporti di lavoro». Facendo i conti emerge come «in tutto il territorio provinciale 842 posti di lavoro non ci sono più».
La banca dati di Azienda Calabria Lavoro consente di analizzare il mercato nelle sue variabili. Dai numeri pare tramontata l’epoca dei contratti a tempo indeterminato che rappresentano solo il 15,18% del totale, si prediligono le forme contrattuali a tempo determinato per il 70,95% dei casi, l’8,77% è invece rappresentato dal lavoro parasubordinato, il lavoro intermittente conta 1,11% del totale, mentre i contratti di somministrazione rappresentano l’1,66%. Allo 0.86% si fermano invece i tirocini formativi
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