Il processo “Crimine” approda in Corte d’Appello a Reggio Calabria. Il giudizio di secondo grado a boss e picciotti della ’ndranghe - ta reggina, i 121 che sono stati già giudicati con il rito abbreviato dal gup Giuseppe Minutoli, è stato affidato alla seconda sezione della Corte d’Appello. A presiedere il collegio sarà il giudice Rosalia Gaeta, a latere Giuliana Campagna e Daniele Cappuccio. Un collegio rigoroso, quindi, per il processo d’appello “Crimine”, l’in - chiesta che avrebbe svelato l’esi - stenza della cupola provinciale della 'ndrangheta, un organismo verticistico che sovrintenderebbe i tre mandamenti mafiosi, Reggio- città, Jonico e Tirrenico. Il via è previsto per 30 aprile. Alla sbarra quindi i 92 imputati che hanno incassato il 9 marzo 2012 condanne per quasi 600 anni di carcere, ma a processo andranno anche le 29 persone assolte per «non aver commesso il fatto ». Nei mesi scorsi i magistrati del pool antimafia reggino avevano formalizzato il ricorso avverso la sentenza "Crimine", appellando il verdetto del Gup, Giuseppe Minutoli, emesso l’8 marzo 2012 e depositato il 20 luglio scorso. Il no della Dda era stato illustrato con un documento di 320 pagine a firma del procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza, gli aggiunti Michele Prestipino e Nicola Gratteri, i pubblici ministeri Antonio De Bernardo, Giovanni Musarò e Maria Luisa Miranda. Nel ricorso del pool antimafia di Reggio Calabria è stata chiesta l’assunzione di nuove prove, tra intercettazioni ambientali, dossier fotografici e relazioni di servizio effettuati in locali pubblici nei quali si sarebbero tenuti summit di ’ndrangheta in piena regola; ed ulteriori testimonianze dei collaboratori di giustizia Domenico Oppedisano e Rocco Marando.
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