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I file rinvenuti nel computer di Tracuzzi

Numerose le anomalie tra i dati custoditi nel computer del capitano Saverio Spadaro Tracuzzi quando operava alla Dia di Reggio. Dati sensibili che l'ufficiale dell'Arma non avrebbe potuto custodire. Ed invece erano nel suo computer. Anomalie che sono state elencate dal vice dirigente della Dia, Nando Papaleo, nel corso della testimonianza resa ieri nel processo alla cosca Lo Giudice che si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale presieduto da Silvia Capone.
I dati INFORMATICIIl dottore Papaleo passa in rassegna le circostanze: «Un aspetto mi ha subito indotto a una riflessione: la specificità del nome della fonte confidenziale in una relazione a sua firma quando Spadaro Tracuzzi operava al Noe. Un ufficiale di polizia giudiziaria non indica mai le generalità della propria fonte. Lui lo fece». La fonte del capitano Spadaro Tracuzzi era, non è difficile immaginarlo, Luciano Lo Giudice, la mente finanziaria della cosca di Santa Caterina fratello dei collaboratori di giustizia Nino e Maurizio Lo Giudice.
Numerosi i documenti “particolari” individuati: «Abbiamo trovato una cartella con verbali dei collaboratori di giustizia; con verbali dell’ex sindaco Agatino Licandro; un’informativa contenente le dichiarazioni del collaboratore Giovanbattista Fracapane che rientrava nella delega di indagine “Bless” che però non ha avuto esito giudiziario. Ed inoltre: l’ordinanza di Cent’Anni di storia e quella contro il clan Labate detta “Gebbione”».

 

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