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"Il porto sacrificato
per le lobby del Nord"

porto di gioia tauro

"Sul porto di Gioia Tauro ogni progettualità sembra scomparsa e restano soltanto le solite roboanti promesse di sviluppo, l'ultima in ordine cronologico chiamata Zes (Zona economica speciale) di cui da mesi si sono perdute le tracce". 

Lo sostiene, in una nota, il segretario regionale del sindacato Sul, Carmelo Cozza. "Nel frattempo, quasi come un colpo di grazia - aggiunge - arriva il provvedimento governativo sulle tasse di ancoraggio che a regime arriveranno ad aumentare di oltre il 50% l'attuale costo. Tutto questo con il beneplacito dei politici calabresi, che nulla hanno fatto per ostacolarlo. Paradossalmente, nemmeno la campagna elettorale in atto è servita a far prendere impegni seri agli aspiranti governanti. Ad oggi non c'é stato e sembra non esserci nessun esponente politico candidato in Calabria che abbia messo nel suo programma la tutela della più importante fonte di reddito calabrese. 

Nessun partito politico e nessun candidato sembra abbia capito che se le istanze più volte avanzate non verranno attuate, il rischio è che ci potremo vantare che a Gioia Tauro c'era un porto che dava occupazione a 1200 lavoratori, che era tra i migliori del mondo per performance e professionalità, che era la più importante fonte di reddito calabrese e che purtroppo è stato sacrificato per soddisfare la famelica politica della lobby dei porti del nord". "Forse ci si illude - afferma ancora il Sul - che il porto sia in ripresa e che non ci sia più bisogno dell'attenzione della politica. E' falso perché i numeri forniti nelle scorse settimane dal terminalista relativi ad un aumento del 18% dei traffici 2012 rispetto all'anno precedente rappresentano, è vero, un'inversione di tendenza, importante perché realizzata in un periodo di recessione, ma la verità è che dal 2008 al 2011 Gioia Tauro progressivamente ha perduto circa un terzo del proprio traffico e questo si sta traducendo nella Cassa integrazione straordinaria per circa 400 lavoratori. 

Quattrocento famiglie che stanno rinunciando, per causa di forza maggiore, a parte del loro reddito per il quale non è stata attivata alcuna procedura di sostegno da parte della Regione Calabria, che sta venendo meno agli impegni assunti. Perché non si sono ancora realizzati i percorsi di politica attiva? A che punto è la realizzazione del tanto pubblicizzato Gateway ferroviario? La prospettiva che sfugge alla nostra miope politica è che alla fine del periodo di Cassa integrazione, se le cose resteranno così, ci saranno, nella migliore delle ipotesi, 250 lavoratori fuori dal ciclo lavorativo. Non c'é più tempo da perdere, quindi".

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