Dalle schermaglie dialettiche allo scontro frontale il passo è stato breve: gli imputati del processo “Epilogo”, i sei presunti affiliati alla cosca di ’ndrangheta di San Sperato – Maurizio Cortese, Fabio Giardiniere, Demetrio Serraino, Alessandro Serraino, Francesco Tomasello e Giovanni Siclari – hanno presentato un’istanza di ricusazione del pm Giuseppe Lombardo. A farsi portavoce dell’iniziativa, che dal punto di vista tecnico-giuridico dovrebbe essere improponibile perchè presentata fuori i termini previsti dalla legge oltre al fatto che il destinatario naturale sia l'organo giudicante, è stato Maurizio Cortese, uno degli imputati principali del processo “Epilogo” con l'accusa di essere tra i capi e promotori del gruppo delle seconde leve delle ’ndrine Serraino.
Aggrappandosi all’istituto delle dichiarazioni spontanee, Maurizio Cortese ha spiegato al Tribunale, presieduto da Silvana Grasso (giudici a latere Foti e Fiorentini), perchè abbiano smarrito serenità e tranquillità rispetto alla conduzione dell'accusa: «Riteniamo venga violato il diritto a difenderci se ci viene impedito di poter citare i testi di riscontro dopo che il dottore Lombardo ha annunciato che chi testimonierà sarà indagato per mafia.