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Intercettazione incastra
giovane che voleva
bruciare la sua ex

Il futuro di Valerio Pennestrì, il 22enne arrestato per aver tentato di dare fuoco all’ex fidanzata, è legato a un’intercettazione ambientale. I contenuti di una chiacchierata, captata in carcere dai poliziotti della Squadra Mobile, potrebbero variare l’accusa sostenuta fino ad oggi dall’Ufficio di Procura, e ribadito il giorno dell’udienza preliminare davanti al gup Barbara Bennato: tentato omicidio o lesioni personali. Una differenza sostanziale perchè, come evidenziano i legali del giovane sul banco degli imputati, gli avvocati Giacomo Iaria e Basilio Pitasi, dell’accendino con il quale il ragazzo avrebbe dovuto appiccare il fuoco per bruciare l’ex fidanzata e i tre amici non c’è traccia. Ed altro elemento a favore del giovane sarebbe l’ammissione di colpevolezza, aver trovato il coraggio di ammettere ragioni e sviluppo del folle gesto. Ad incastrare, però, Valerio Pennestrì è spuntata un’intercettazione ambientale nelle carceri di Reggio dove è recluso. Il giovane è a colloquio con i familiari, il fratello e la cognata. Sono le ore 12,17 quando i tre si mettono a parlare e i poliziotti della sezione “Reati contro il patrimonio, in danno dei minori e reati sessuali”. Il giovane parla a lungo con i familiari di argomenti di varia natura: si lamenta del pm Annamaria Frustaci che ha coordinato le indagini, si criticano i giornali «che hanno ingigantito la cosa»; si parla della vita che trascorre in carcere, tra impegni ed incontri, visite ed anche l’ascolto della messa; chiede notizie di tutti per poi arrivare alla discussione chiave. Sono le ore 12.28.02 del 23 giugno 2012 quando i poliziotti trascrivono in forma riassuntiva: «Valerio ha ammesso di avere avuto in mano una cosa che si accendeva e che si spegneva e che poi gli è caduta la benzina di sopra. Il tutto si riferisce al giorno che ha cercato di bruciare la ragazza (Maria gli dice di non ridere e Valerio gli risponde: Che devo fare, devo piangere?». Proprio intorno all’esito della trascrizione, e della relativa perizia, di questa intercettazione ruota la strategia difensiva. Il collegio difensivo ha infatti chiesto il giudizio abbreviato condizionato alla perizia. L’aggressione risale al 18 maggio 2012 quando in sella a uno scooter si avvicinò alla “Fiat Punto” a bordo della quale viaggiavano l’ex fidanzata (alla guida) e tre coetanei. Per la Procura, al mancato stop della ragazza, il giovane adesso in carcere lanciava all’interno della macchina della benzina e «successivamente - estratto un accendino - tentava di dare fuoco ad un pezzo di carta da gettare all’interno del veicolo urlando “vi bruciu... vi bruciu”.

 

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