L’acronimo. “Ada” sta per armi, droga e appalti. I tre filoni su cui la cosca Iamonte poggiava il suo potere di condizionare la vita di Melito e del Basso Ionio. Gestire armi e droga rientra nei compiti “classici” di una cosca di ’ndrangheta, imporre la propria “legge” per condizionare la vita amministrativa di un Comune è la testimonianza dell’evoluzione che stanno vivendo le ’ndrine.
Gli appalti. Gli appalti della Pubblica Amministrazione costituiscono sempre un ghiotto boccone per la famelica ’ndrangheta che punta solo agli affari milionari ma non disdegna anche a quelli di poche migliaia di euro.
Il controllo. «Nulla può sfuggire al loro controllo. La cosca deve affermare il suo potere nel territorio – ha spiegato il procuratore aggiunto Nicola Gratteri –. I lavori li devono svolgere le imprese “amiche”, così i lavoratori sanno bene chi devono ringraziare al momento del voto».
Porta a porta. Le elezioni vengono vinte a tavolino con gli uomini della cosca che controllano il voto in modo capillare