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Cadaveri carbonizzati
trovati nell'auto di
Francesco Coluccio

Uccisi, legati insieme e bruciati: li hanno trovati così, all’interno di un’autovettura. Il terribile duplice omicidio è stato compiuto a Roccella Jonica, nella parte alta della cittadina costiera della Locride a metà strada tra le contrade Salice e Domolà. Una zona di collina piuttosto isolata e non molto frequentata se non dai proprietari dei terreni agricoli circostanti e dai pochi residenti. Un luogo estremamente isolato e difficilmente raggiungibile anche a piedi. Il buio, le pessime condizioni atmosferiche (pioggia insistente per tutta la serata di ieri) non hanno al momento consentito, con certezza neppure alle forze dell’ordine (Polizia di Stato e Carabinieri) di accertare l’identità delle due vittime. I cadaveri, con molta probabilità entrambi di sesso maschile, sono stati trovati completamente carbonizzati per cui al momento risalire alla loro identità non è stato possibile. Erano nel cofano di una Alfa Romeo 147, che è risultata in uso a un pregiudicato di Roccella Jonica, Francesco Coluccio, 41 anni, alias “u ‘Nzurru”, residente nella parta alta della cittadina costiera. Coluccio, numerosi precedenti penali e tanti anni trascorsi in galera, è un pregiudicato particolarmente noto alle forze dell’ordine per via di diversi reati: tentato omicidio (tanti anni fa, durante un tentativo di fuga, sparò, senza però colpirlo, a un carabiniere che si era lanciato al suo inseguimento a piedi), minacce, furto, rapina, porto e detenzione illegale di arma da fuoco. Fino a ieri sera tardi né gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Siderno, diretto dal dott. Carmine Soriente, né i carabinieri della Compagnia e della Stazione di Roccella Jonica, con in testa il cap. Marco Comparato, il ten. Diego Ruocco e il maresciallo capo Franco Nanni, sono riusciti a rintracciare il pregiudicato roccellese, per cui gli investigatori non escludono, anche se siamo rigorosamente nel campo delle ipotesi, che uno dei due cadaveri carbonizzati possa essere proprio lui. Per quanto riguarda, invece, l’altro cadavere potrebbe trattarsi di una persona giovane, non di Roccella, anche se pure in questo caso siamo nel campo delle ipotesi investigative e niente più. A trovare l’auto completamente bruciata e con all’interno i due cadaveri carbonizzati, a seguito di almeno un paio di segnalazioni giunte al 113, sono stati gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Siderno. Successivamente sul luogo del macabro ritrovamento si sono recati pure i carabinieri della compagnia e della stazione di Roccella Jonica. Ad occuparsi, comunque, del duplice delitto sono gli investigatori del commissariato di Siderno. Le indagini, al momento, sono coordinate dalla Procura di Locri ma non è escluso che il caso, se saranno confermate alcune ipotesi investigative emerse nella serata di ieri, possa passare a breve nelle mani dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Se è vero che le pessime condizioni atmosferiche, il buio e il luogo di campagna isolato e difficilmente raggiungibile (l’Alfa 147 è stata trovata in una stradina sterrata e piena di fango e a circa un chilometro dalla strada asfaltata), non hanno consentito agli investigatori di lavorare in maniera ottimale, dalle prime indagini sarebbe già emerso qualche particolare che potrebbe chiarire meglio la vicenda e imprimere una svolta alle indagini. È infatti possibile che le due vittime siano state prima attirate in un tranello e successivamente uccise in una zona diversa rispetto al luogo del rinvenimento dei cadaveri. Una volta compiuto il duplice omicidio, i due corpi sarebbero stati legati e nascosti dai killer nel bagagliaio dell’auto di proprietà di Francesco Coluccio, portati in aperta campagna e qui bruciati con tutta la macchina. Un interrogativo sorge però spontaneo: perché i killer dopo aver ucciso i due non hanno abbandonato i cadaveri sul luogo stesso? Perché sobbarcarsi la fatica, e soprattutto i rischi, del trasporto in altro luogo? Una decisione, quella di spostare i corpi, che potrebbe essere stata presa con l’intento di depistare le indagini o quantomeno rendere difficile il compito agli investigatori. Sull’orribile vicenda vige, comunque, il massimo riserbo da parte degli inquirenti, anche perché al momento sono tanti i punti oscuri da chiarire e da capire. Dopo i primi e difficili rilievi effettuati sul luogo del ritrovamento dei due cadaveri, i corpi carbonizzati delle due persone trovate all’interno dell’autovettura Alfa Romeo 147 sono stati portati, nella tarda serata di ieri, all’obitorio di Locri su disposizione dell’autorità giudiziaria competente.

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