Tardi è meglio che mai, ma la convocazione dei commissari del Comune al Terzo settore, alla vigilia della manifestazione di protesta e dell'interruzione dei servizi di martedì lascia pensare. Quest'incontro era stato invocato, sollecitato, atteso da tempo tanto dal coordinamento del Terzo settore e dalla Cisl, dopo che non erano stati rispettati i tempi per il pagamento dei primi 2 milioni di euro. Ma la convocazione non era mai arrivata. Probabilmente la “minaccia” della sospensione dei servizi comincia a impensierire. «Ovviamente – spiega Luciano Squillaci, portavoce del Coordinamento – come sempre abbiamo fatto, andremo ad ascoltare. Ma il tempo delle parole, delle promesse, degli attestati di solidarietà, è ormai terminato. Ora attendiamo solo gesti concreti, in assenza dei quali non ci resterà che certificare la fine dello stato sociale a Reggio». Si perché se il piccolo esercito di operatori si ferma per circa 20mila persone che vivono ai margini comincia il calvario. «Certo gli accordi non sono stati rispettati – dice Antonio Cogliandro della Fp Cisl – ma speriamo emergano novità concrete».
Ma al di là delle promesse «martedì fermeremo i servizi che gestiamo per conto del Comune e scenderemo ancora una volta in piazza per rivendicare i diritti degli ultimi» ribadisce Luciano Squillaci. «Lo faremo con la morte del cuore, consapevoli che si tratta di un gesto estremo, l’ultimo prima della inevitabile chiusura definitiva di esperienze straordinarie che nel corso di oltre 30 anni hanno restituito dignità ed umanità a migliaia di persone dimenticate, abusate, abbandonate, ferite.
Tardi è meglio che mai, ma la convocazione dei commissari del Comune al Terzo settore, alla vigilia della manifestazione di protesta e dell'interruzione dei servizi di martedì lascia pensare. Quest'incontro era stato invocato, sollecitato, atteso da tempo tanto dal coordinamento del Terzo settore e dalla Cisl, dopo che non erano stati rispettati i tempi per il pagamento dei primi 2 milioni di euro. Ma la convocazione non era mai arrivata. Probabilmente la “minaccia” della sospensione dei servizi comincia a impensierire. «Ovviamente – spiega Luciano Squillaci, portavoce del Coordinamento – come sempre abbiamo fatto, andremo ad ascoltare. Ma il tempo delle parole, delle promesse, degli attestati di solidarietà, è ormai terminato. Ora attendiamo solo gesti concreti, in assenza dei quali non ci resterà che certificare la fine dello stato sociale a Reggio». Si perché se il piccolo esercito di operatori si ferma per circa 20mila persone che vivono ai margini comincia il calvario. «Certo gli accordi non sono stati rispettati – dice Antonio Cogliandro della Fp Cisl – ma speriamo emergano novità concrete». Ma al di là delle promesse «martedì fermeremo i servizi che gestiamo per conto del Comune e scenderemo ancora una volta in piazza per rivendicare i diritti degli ultimi» ribadisce Luciano Squillaci. «Lo faremo con la morte del cuore, consapevoli che si tratta di un gesto estremo, l’ultimo prima della inevitabile chiusura definitiva di esperienze straordinarie che nel corso di oltre 30 anni hanno restituito dignità ed umanità a migliaia di persone dimenticate, abusate, abbandonate, ferite.
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