Se fosse un prete o che qualcuno si fosse travestito da prelato i carabinieri del Ros, che stavano indagando a trecentosessanta gradi per catturare l’imprendibile Pasquale Condello, non sono riusciti ad accertarlo.
Di certo «a Gambarie nella casa di Stefano Vitale alla presenza, tra gli altri di Domenico Passalacqua», sulla strada che porta al “Laghetto” era presente anche un prete. Il segugio dell’Arma, testimone nel processo “Meta” che si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale presieduto da Silvana Grasso, ha partecipato al servizio di osservazione, trattando lo stesso episodio già esposto in udienza dal colonnello Valerio Giardina, l’ex comandante del Raggruppamento operativo speciale di Reggio Calabria che è stato il regista dell’indagine “Meta”.
Il maresciallo ha ripercorsi i risultati di quel servizio di osservazione nel cuore dell’Aspromonte, con due autovetture impegnati o un ponte radio costante con la centrale operativa: «All’incontro era presente anche una persona anziana, con i capelli bianchi, altezza un metro e 75, indossava una tonaca. Un prete, insomma».
Di scena, impegnando l’intera udienza di ieri che si è tenuta nell’aula bunker sul Viale Calabria, ben otto sottufficiali del Ros, gli uomini che con diverse competenze hanno cooperato alla cattura del “Supremo”.
Se fosse un prete o che qualcuno si fosse travestito da prelato i carabinieri del Ros, che stavano indagando a trecentosessanta gradi per catturare l’imprendibile Pasquale Condello, non sono riusciti ad accertarlo.Di certo «a Gambarie nella casa di Stefano Vitale alla presenza, tra gli altri di Domenico Passalacqua», sulla strada che porta al “Laghetto” era presente anche un prete. Il segugio dell’Arma, testimone nel processo “Meta” che si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale presieduto da Silvana Grasso, ha partecipato al servizio di osservazione, trattando lo stesso episodio già esposto in udienza dal colonnello Valerio Giardina, l’ex comandante del Raggruppamento operativo speciale di Reggio Calabria che è stato il regista dell’indagine “Meta”. Il maresciallo ha ripercorsi i risultati di quel servizio di osservazione nel cuore dell’Aspromonte, con due autovetture impegnati o un ponte radio costante con la centrale operativa: «All’incontro era presente anche una persona anziana, con i capelli bianchi, altezza un metro e 75, indossava una tonaca. Un prete, insomma».Di scena, impegnando l’intera udienza di ieri che si è tenuta nell’aula bunker sul Viale Calabria, ben otto sottufficiali del Ros, gli uomini che con diverse competenze hanno cooperato alla cattura del “Supremo”.
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