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Traffico di droga,
inflitte pene per
243 anni di carcere

trapani e cerreti

Condanne pesanti ammontanti a oltre 240 anni di carcere e multe salatissime, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla libertà vigilata di tre anni subito dopo l’espiazione delle pene. Questo il dispositivo arrivato col rito abbreviato nell'ambito del processo “Meta 2010” ed emesso dal gip del Tribunale di Reggio Calabria. L'inchiesta portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia reggina aveva svelato un vorticoso giro di cocaina tra il Sud America e l’Europa, transitando per il porto di Gioia Tauro o per quello di Livorno e vede alla sbarra numerosi soggetti imputati di diversi reati associativi e di transazioni di sostanze stupefacenti (400 chili sequestrati a Bogotà; 1000 chili pura all'89% sequestrati a Gioia Tauro; 1200 chili pura al 79% sequestrati a Livorno). Il giudice delle indagini prelimanri Adriana Trapani ha emesso il dispositivo. Ecco il testo del provvedimento: ad Alessandro Alloni inflitti 14 anni di reclusione (l’accusa con il pm antimafia Alessandra Cerreti ne aveva invocati 15); 10 anni a Nicola Certo; 15 anni per Antonio Della Rocca; 18 per Antonio Franzè; 10 anni a Giuseppe Galati; 16 a Giorgio Galiano; 10 per Francesco Grillo; 18 per Giovanni Mancini; 15 per Filippo Paolì; 14 per Salvatore Pirrò; 14 per Tommaso Pirrò; 16 ad Alessandro Pugliese; 18 per Giuseppe Pugliese; 18 per Vincenzo Pugliese; 10 per Fabrizio Sansone; 20 anni per Giuseppe Topia; 10 anni per Iyad El Ghandour Waked. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati: Domenico Neto, Francesco Floccari, Maurizio Vinciguerra, Giovanni Vecchio, Gregorio Ceravolo, Francesco Muzzupappa, Sergio Rotundo, Antonino Crudo, Bruno Ganino, Rocco Domenico Ceravolo, Francesco Guglielmo Azzarà, Giovanni Vecchio, Giuseppe Bagnato, Massimo Ciardullo, Salvatore Staiano, Maria Cristina Saraceno, Aldo Perla. Il pm aveva richiesto le condanne pure di maria Isabel Espinoza Hurtado che il gip ha dichiarato assolta per non aver commesso il fatto e di Antonio Portone assolto anche lui perché il fatto non costituisce reato. Ingenti le multe che oscillano tra i 200 e i 360 mila euro inflitti a Giuseppe Topia. Proprio quest’ultimo, unitamente ad Antonio Franzè e a Giorgio Galiano, erano considerati dall’accusa, i capi dell’asso - ciazione che davano direttive agli associati e agli organizzatori per la realizzazione delle importazioni di stupefacenti, per la spedizione del materiale di copertura, ed erano coloro che decidevano le strategie da adottare in occasione delle criticità, prendendo contatti – tramite la famiglia Pugliese. Sempre secondo l’accusa, erano proprio i vibonesi Pugliese che tenevano i contatti con i colombiani e che si rapportavano con i committenti italiani.   

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