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Confindustria: città
vicina alla bancarotta

«Stupore e forte preoccupazione » vengono espressi dal presidente di Confindustria Reggio Calabria in merito al blocco dei pagamenti, da parte del Comune di Reggio, dei crediti dei fornitori maturati fino al 31 dicembre 2012. Per Andrea Cuzzocrea, «se le anticipazioni di stampa fossero confermate da parte della Commissione straordinaria, ci troveremmo di fronte a un inaspettato e gravissimo sviluppo della crisi finanziaria che, a causa del sostanziale, seppur non dichiarato, dissesto di Palazzo San Giorgio, ha messo in ginocchio l’economia cittadina. Se un provvedimento così pesante viene deciso e ci si assume una tale responsabilità di fronte alla comunità cittadina, alla base devono esserci motivi di eccezionale gravità. Attendiamo dunque di conoscerne ufficialmente le motivazioni». Il massimo rappresentante dell’associazione di via del Torrione precisa: «Confindustria non ha simpatie nè interessenze di sorta con gli schieramenti partitici. Il suo ruolo è tutelare il sistema produttivo di questa provincia e denunciare la malagestio amministrativa e i limiti del sistema politico. Non nascondiamoci dietro un dito in maniera puerile: è un miracolo se fino a oggi non è stato dichiarato il dissesto. Solo il lavoro dei commissari prefettizi, di cui riconosciamo l’impegno generoso profuso in questi mesi, ha evitato il default dell’ente. Ma nei fatti il Comune è paralizzato e resterà in questa condizione sino a quando non arriverà almeno la prima tranche delle somme previste dal fondo di rotazione. Tutto ciò allarma gli imprenditori reggini che non hanno più la possibilità di andare avanti. La città si appresta a dichiarare bancarotta». Andrea Cuzzocrea aggiunge che «dopo i primi incontri dei commissari prefettizi, tutto sembra essersi improvvisamente ingarbugliato, e non se ne colgono le ragioni. Non capiamo cosa stia succedendo, a cominciare dall’avvicendamento all’interno della Triade, con la sostituzione del dott. Piazza con il dott. La Paglia e, di conseguenza, un nuovo passaggio di consegne sul Decreto Reggio. Tutto ciò –prosegue il presidente della sezione reggina di Confindustria – oltre a farci interrogare sul motivo di questa novità, ci mette in allerta sul futuro degli unici investimenti possibili per dare ossigeno alle nostre imprese, che sono proprio quelli legati al Decreto. Se a questa situazione aggiungiamo il congelamento della spesa corrente, emerge un quadro devastante che porterà a esasperare le tensioni nei prossimi mesi. Il problema Reggio mi sembra sia stato colpevolmente sottovalutato dallo Stato. Noi industriali così non possiamo farcela. La nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità, fino a oggi, sono stati massimi, ma proseguire su questa strada o perdere altro tempo significherebbe condannare gli imprenditori reggini, specie quelli del settore delle costruzioni, a consegnare i libri in Tribunale. La nostra Pasqua non sembra essere, purtroppo, segno di una resurrezione economica e civile che è troppo lontana e di difficile realizzazione».

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