Gravissima azione intimidatoria nella prima zona industriale collocata nell’area retroportuale di Gioia Tauro. Numerosi colpi di kalashnikov sono stati indirizzati contro la porta secondaria di un capannone dell’azienda “Global Repairs” che si occupa di interventi di riparazione e manutenzione sui container che fa capo al “Gruppo Industriale De Masi” che è guidato dal dott. Antonino De Masi. Il raid è stato compiuto in un’ora imprecisata della notte da venerdì a sabato ma il danneggiamento che ha interessato una porta metallica scorrevole è stato scoperto soltanto nella tarda mattinata quando alcuni operai, finito il turno di lavoro, si accingevano a chiudere ermeticamente tutte le porte poichè il sabato pomeriggio ogni attività resta ferma. Il dott. De Masi si trovava in azienda ed è stato subito informato dell’intimidazione, per cui ha raggiunto subito la stazione dei carabinieri di via Vittorio Emanuele per denunziare l’accaduto. Sul posto sono intervenute alcune pattuglie della stazione e dei reparti operativi per un primo sopralluogo finalizzato alla constatazione del danno e per tentare di stabilire l’arma usata per la spedizione intimidatoria. In prossimità del capannone, proprio nell’area antistante la porta presa di mira e completamente sforacchiata, i militari hanno contato più di quaranta bossoli esplosi. Ma l’aspetto più inquietante è stato fornito, purtroppo, da un altro particolare: in prossimità di un cancello di ingresso, e nessuno li aveva notati, sono stati trovati sistemati in piedi come piccoli birilli, uno dietro l’altro, dei colpi non esplosi. Un messaggio inquietante. Le indagini, guidate dal comandante della Compagnia, capitano Francesco Cinnirella, sono partite subito prendendo in considerazione tutte le possibili piste che vanno dalla pura e semplici intimidazione che precede una richiesta estorsiva ad un “messaggio in codice” indirizzato ad Antonino De Masi, imprenditore molto noto in tutti gli ambienti calabresi, ma anche nazionali, per le diverse vicissitudini che il gruppo da lui guidato sta vivendo da tempo e che lo hanno costretto ad “imbarcarsi” in una vera e propria crociata contro lo strapotere degli istituti di credito nei confronti del mondo degli imprenditori. La “Global Repairs“, che opera nel settore da diversi anni, ha un organico di circa quaranta dipendenti tra operai tecnici ed amministrativi. È un’azienda di avanguardia e come tale è riuscita a farsi strada nel campo delle riparazioni e della manutenzione dei containers. Che senso dare a quanto avvenuto la scorsa notte? Quale la chiave di lettura di un raid considerato gravissimo non per l’entità dei danni quantificati ma per la dinamica le modalità e il “significato” che lo stesso potrebbe assumere? «Andremo avanti per la nostra strada. Non ci sono episodi che possono fermare il cammino e gli obiettivi dell’azienda – ci ha detto ieri sera il dott. Antonino De Masi che fino a tarda ora è stato a colloquio con i carabinieri – non cambiano. Niente e nessuno ci può fare paura e siccome il nostro è veramente un atto di coraggio chiediamo con decisione la presenza dello Stato, l’interessamento della classe politica, l’impegno delle Istituzioni perchè siamo seriamente preoccupati per il nostro futuro. L’atto intimidatorio – ha sottolineato ancora De Masi – ci preoccupa non per il danno in se stesso che potremmo definire non rilevante ma per la tecnica con la quale è stato messo a segno ». In serata al dott. Antonino De Masi, non appena la notizia si è diffusa, sono pervenute numerosi attestati di solidarietà. Il “Gruppo De Masi” nella sua lunga storia è stato destinatario di attentati, di messaggi intimidatori e di tentativi di azioni estorsive ai quali lo stesso non si è mai piegato. E l’episodio di ieri, afferma l’amministratore unico, «non cambierà sicuramente il corso delle cose perchè andremo diritti, senza piegarci, per la nostra strada».
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