Vanno ridefinite le pene inflitte a cinque componenti la banda di rapinatori che ha ucciso a Reggio Calabria la guardia giurata Luigi Rende. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Reggio con la quale erano stati comminati cinque ergastoli nei confronti di Giovambattista e Santo Familiari, Marco Marino, Giuseppe Papalia e Francesco Giovanni Gullì. I giudici supremi, in accoglimento dei motivi di ricorsi presentati dagli avvocati Antonio Managò, Mario Sant'Ambrogio, Antonino Aloi, Francesco Calabrese e Maurizio Licastro, hanno infatti condiviso la tesi del collegio difensivo che aveva posto in evidenza l'incongruenza tecnico-giuridica nel conteggio delle pene. Marco Marino, ad esempio, è un collaboratore di giustizia: proprio dalle sue dichiarazioni - lui che era stato uno dei componenti del commando di fuoco che ha partecipato all'assalto assassino – il dibattimento si era incanalato sulla strada della verità processuale. Ma i giudici d'appello non hanno tenuto conto del suo “status” di collaboratore di giustizia infliggendogli la massima pena.
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